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Matéo Mornar: da tutor nelle colonie a scultore di fama internazionale

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Matéo Mornar progetta e crea le sue sculture a Monaco © Matéo Mornar

Oltre alla scultura, il “Petit Croate“, come lo chiamava affettuosamente il principe Ranieri III, si dedica anche a grandi progetti monumentali che comprendono abitazioni, ristoranti, negozi, teatri e musei.

Niente faceva pensare che sarebbe potuto diventare uno scultore, eppure Matéo Mornar ha conquistato un posto tra gli artisti contemporanei. Il suo percorso atipico, segnato dall’esilio e da una lunga carriera prima di approdare alla scultura, ha dato vita a un artista impegnato, umile ed entusiasta.

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Nato nel 1946 a Spalato, oggi in Croazia ma all’epoca nell’ex Jugoslavia, la sua famiglia perde tutto quando il regime comunista sale al potere. L’albergo che possedevano non esiste più e così decidono di trasferirsi in una città più sicura e stabile: Parigi.

In Francia, suo padre lavora in una fabbrica e sua madre, che era medico in Croazia, lavora come ostetrica. Secondo Matéo Mornar, l’integrazione non è stata uno scoglio difficile, soprattutto quando la fabbrica del padre ha offerto ai figli la possibilità di andare in una colonia in Normandia per le vacanze invernali. Lì impara il francese e ci torna più volte fino all’età di 16 anni, quando gli viene offerta la possibilità di diventare tutor. Matéo accetta e fa carriera fino a raggiungere, dopo 10 anni, la carica di direttore di una colonia.

Il percorso nel mondo dell’arte

All’età di 24 anni, un amico dei genitori lo iscrive all’accademia di arte moderna, scoprendo in lui una certa passione per il mondo artistico. Sebbene Matéo Mornar non creasse ancora nulla, nelle colonie era sempre interessato ai laboratori d’arte.

Una volta terminati gli studi, Matéo si dedica all’arredamento d’interni e alla progettazione grafica. Il suo lavoro lo porta, negli anni ’70, ad arredare con uno stile retrò il Palais des Expositions di Nizza in occasione di una mostra di automobili. Era la sua prima volta in Costa Azzurra e per lo scultore è una rivelazione: Quando ho visto Nizza e i suoi dintorni, mi sono detto: devo assolutamente restare qui”.

Si trasferisce quindi a Villefranche e inizia subito a disegnare manifesti e copertine per la Société des Bains de Mer, l’Ufficio del Turismo di Monaco e la Gazette de Monaco.

Gli esordi nella scultura

L’arrivo del computer rivoluziona tutto. A tal punto che, a metà degli anni ‘90, Matéo decide di stravolgere la sua vita dedicandosi completamente alla scultura. Dopo i tanti plastici realizzati per architetti, negozi e fiere, lo scultore aveva già una certa esperienza in fatto di forme nello spazio.

“Invece di fare un disegno in prospettiva, facevo un plastico. Mettevo dentro più cose possibili, luci, fiori in miniatura… Spesso riuscivo ad aggiudicarmi il progetto grazie all’originalità della presentazione“, confida Matéo Mornar.

Una cosa tira l’altra e Matéo si insinua nel paesaggio monegasco finché non gli viene l’idea di scrivere la Storia dei Principi di Monaco con Gaétan Luci, fotografo del Palazzo del Principe. L’idea va avanti e il Palazzo del Principe dà il via libera.

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Il Principe Alberto II e Matéo Mornar davanti all’ Ours blanc (l’Orso Bianco) © Matéo Mornar

“Grazie a questo libro, ho avuto la possibilità di conoscere il Principe Ranieri e quando gli ho detto che mi ero lanciato completamente nella scultura, mi ha risposto: ‘Matéo, ti seguirò, verrò alle tue mostre‘”, racconta l’artista. Un ottimo modo per puntare i riflettori su una carriera in divenire.

Visto che Matéo conosce il Principe Alberto II fin da quando era bambino, alla morte del Principe Ranieri III, il Sovrano gli ha comunicato: “Mio padre ti ha seguito e anch’io ti seguirò in tutto quello che farai“.

L’arrivo a Monaco

Nonostante gli stretti legami con il Principato e i Principi di Monaco, Matéo Mornar continua a lavorare in Francia. Tuttavia, nel 2012, lo scultore e suo figlio sono vittime di una violenta rapina nel suo negozio di rue Smolett a Nizza.

Dopo questa aggressione, il Principe Alberto II suggerisce allo scultore di trasferirsi nel Principato per godere di maggiore pace e tranquillità. È così che Matéo Mornar decide di trasferirsi sul Quai Antoine I in un atelier di 250 m².

Récréation (Ricreazione) © Matéo Mornar
Récréation (Ricreazione) © Matéo Mornar

“Ci si ispira sempre a qualcuno”

Noto per le sue sculture femminili “un po’ paffute”, lo scultore ha tratto ispirazione da Antonuccio Volti, che lo ha incoraggiato a dedicarsi alla scultura.

Per l’artista affettuosamente soprannominato dal Principe Ranieri III Mon petit Croate(Il mio piccolo croato), il confronto delle sue sculture con i dipinti di Fernando Botero scaturisce una certa irritazione, vista la competizione, amichevole, tra i due artisti. Al numero 6 di Quai Albert I, infatti, sono tanti gli artisti che lavorano fianco a fianco nei locali messi a disposizione dal Principato: Matéo Mornar, Fernando Botero e Michel Aubéry erano assolutamente di casa.

“Quando Botero ci ha lasciato due anni fa, Michel Aubéry e io eravamo molto tristi. Siamo gli anziani del posto. Era molto riservato ma sempre molto educato“, racconta Matéo Mornar.

Sculture eclettiche

Il suo stile, inizialmente caratterizzato da sculture femminili che rappresentavano la maternità e la protezione, si è evoluto verso sculture più impegnate. Ispirandosi alla sua insonnia e ai suoi sogni, inizia a creare sculture di animali in via di estinzione, come orsi polari e rinoceronti, per sensibilizzare sulla necessità di proteggere la biodiversità.

Hymne à la vie (Inno alla vita), Matéo Mornar © Monaco Tribune / Théo Briand
Hymne à la vie (Inno alla vita), Matéo Mornar © Monaco Tribune / Théo Briand

“Mi sono reso conto che gli animali soffrono molto nel mondo. Così ho realizzato orsi polari che stanno per scomparire e poveri rinoceronti a cui sono state tagliate le corna. Ho realizzato una dozzina di grandi sculture con questi animali in via d’estinzione”.

Artista prolifico, le sue opere si possono trovare facilmente in un giardino, in una piazza o in una strada della Costa Azzurra. Le sue sculture adornano i paesaggi della Riviera francese, tra cui quelli di Monaco, ma le sue sculture più grandi si trovano nel Parc des Oliviers a Roquebrune-Cap-Martin. È qui che abitano il gigantesco Pegaso di 6 metri, il Leone e l’Ippopotamo.

Pegaso, scultura in bronzo © Matéo Mornar
Pegaso, scultura in bronzo © Matéo Mornar
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© Matéo Mornar

Grandi progetti monumentali

Di recente, lo scultore ha intrapreso nuovi progetti monumentali. L’obiettivo è cambiare l’impatto visivo degli edifici, che nel mondo sembrano tutti uguali. Stanco di questa uniformità e della corsa all’altezza, Matéo Mornar vorrebbe dare vita a edifici emblematici.

È il caso, ad esempio, del Cavallo della Pace, un edificio notevole alto 278 metri, o del suo elefante di 314 metri, simbolo di pace, prosperità e longevità.

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Il grande progetto di Matéo Mornar, un edificio a forma di elefante © Matéo Mornar

A Matéo Mornar non mancano le idee. Ha già pensato a molte altre creazioni maestose che possano ospitare abitazioni, teatri, musei, ristoranti e negozi in un unico luogo.

Per sviluppare questi progetti immensi, lo scultore ha collaborato con lo studio di architettura Deverini, che può rendere realizzabili queste meravigliose fantasie in netto contrasto con i progetti architettonici tradizionali.

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Il cavallo della pace © Matéo Mornar

Il desiderio di condividere e aiutare

Matéo Mornar ci tiene anche a mostrare il suo lavoro. Amante della gente, Matéo lavora in pianta stabile al Fairmont, dove si mette all’opera conversando con i clienti un po’ confusi.

Lo scultore offre anche lezioni il sabato pomeriggio per “una ventina di persone tra i 10 e i 92 anni“.

“Il mio sogno è creare una fondazione a Monaco che riunisca medici, psicologi, professionisti dell’arte e della musica per aiutare quei giovani e meno giovani che, a un certo punto della loro vita, non sanno cosa fare. L’idea è quella di creare un centro, ovviamente gratuito, per aiutarli a trovare la loro strada”.

Alla fine, il suo primo lavoro, quello di tutor, non lo ha mai abbandonato. Matéo Mornar desidera ancora condividere la sua passione per l’arte con giovani e meno giovani e aiutarli a trovare il loro scopo nella vita.