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La silenziosa apocalisse dei coralli: l’84% delle barriere mondiali è in pericolo

Una situazione disastrosa per i coralli / Foto da Unsplash

Un fenomeno di portata senza precedenti minaccia gli ecosistemi marini più ricchi del nostro pianeta, nel momento in cui l’episodio più intenso mai registrato di sbiancamento dei coralli continua a distruggere gli oceani.

La situazione è allarmante: secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Iniziativa Internazionale per la Barriera Corallina (ICRI), l’84% delle barriere mondiali è stato colpito da uno stress termico che ha raggiunto il livello di sbiancamento tra gennaio 2023 e marzo 2025. Questo fenomeno di intensità eccezionale riguarda 82 Paesi, territori e sistemi economici che dipendono dalle barriere.

Di fronte a questa catastrofe ecologica, la comunità scientifica è stata costretta ad aggiungere tre nuovi livelli di allerta per lo sbiancamento (dal livello 3 al 5), per descrivere l’ampiezza inedita dei danni. Il livello 5, il più critico, indica un rischio di mortalità superiore all’80% per tutti i coralli di una barriera.

Le cause di un disastro annunciato

“Questo episodio è eccezionale in termini di durata (l’inizio risale a gennaio 2023), di ampiezza geografica e di intensità termica: le barriere sono colpite contemporaneamente nei tre principali bacini oceanici tropicali: l’oceano Atlantico, l’oceano Indiano e l’oceano Pacifico”, ci spiega il dottor Didier Zoccola, biologo marino e fondatore del Conservatorio Mondiale dei Coralli.

Lo specialista monegasco sottolinea i fattori aggravanti: “Il fattore principale è l’anormale riscaldamento della superficie degli oceani, amplificato quest’anno dal fenomeno climatico El Niño, che provoca un aumento temporaneo delle temperature di svariati gradi nel Pacifico tropicale, con conseguenze globali”.

Un’enorme sfida ecologica ed economica

Questi ecosistemi marini, spesso descritti come “foreste tropicali di mare”, non sono soltanto un’incredibile spettacolo da ammirare: costituiscono infatti l’habitat di circa un terzo di tutte le specie marine note, e forniscono risorse vitali a circa un miliardo di persone nel mondo.

Le barriere coralline rappresentano inoltre una fonte economica considerevole, che genera circa 10.000 miliardi di dollari in termini di vantaggi legati alla pesca, al turismo e alla protezione delle coste.

Un barlume di speranza

Nonostante la gravità della situazione, gli esperti stimano che la combinazione di misure di conservazione locali e rapida riduzione delle emissioni potrebbe ancora permettere ai coralli di sopravvivere nel XXI secolo. La comunità scientifica invita a incrementare di sette volte gli investimenti per la protezione dei coralli e a limitare il riscaldamento mondiale a 1,5 °C per preservare questi ecosistemi vitali.

“A questo stadio, non possiamo prevedere alcun rallentamento del fenomeno”, avvisa il dottor Zoccola, ricordando l’urgente necessità di agire per salvare le “foreste tropicali di mare”.