Le istituzioni culturali monegasche si adattano alla pandemia
Di fronte alla pandemia del Covid-19 così come alla quarantena avviata il 16 marzo scorso, le istituzioni culturali monegasche, come ogni luogo pubblico, hanno dovuto adattarsi. Come riorganizzarsi in così poco tempo dovendo far fronte a numerosi ostacoli? Istituendo nuove forme di condivisione al fine di continuare a diffondere e far vivere arte e cultura sotto tutte le loro forme.
Pertanto, se non avete ancora avuto l’occasione di scoprire i musei monegaschi, di applaudire un balletto, un opera o di assistere ad una rappresentazione dell’Orchestra filarmonica, potete realizzare questi desideri da casa vostra.
Museo di Antropologia di Monaco
Se non è ancora prevista la possibilità di visitare virtualmente le collezioni del museo, quest’ultimo ha, tuttavia, già istituito diverse risorse sui social network. Grandi e piccoli sono invitati a trovarvi letture pedagogiche come quelle riguardo “Fortezze medievali e moderne di città mediterranee”, presentazione mirata di pezzi e collezioni faro, quiz per arricchire le proprie conoscenze ma anche pagine da colorare e giochi per condurre i più piccoli alla scoperta del passato
Museo dei francobolli e delle monete
Situato nel cuore di Fontvieille, questo museo aperto nel gennaio 1996, rappresenta la vetrina di collezioni filateliche e numismatiche del Principe di Monaco, conosciute in tutto il mondo. Durante la quarantena, gli appassionati e i curiosi possono contemplare rari francobolli e ritrovamenti numismatici rinvenuti sul territorio del Principato, optando per la visita virtuale organizzata sul sito del museo. Ognuno avrà del tempo per contemplare la propria scelta, spostandosi liberamente tra le stanze e senza alcun fastidio. Un assaggio eccellente prima di una seconda visita sul posto quando sarà di nuovo il momento giusto
Nuovo Museo Nazionale di Monaco
Con una collezione permanente di più di 10.000 opere realizzate tra il 19° e 21° secolo, Villa Sauber così come Villa Paloma che costituiscono il Nuovo Museo di Monaco, accolgono anche – in maniera ricorrente- diverse esposizioni. Prima della quarantena, “Variazioni- gli arrendi luminosi” di Eugène Frey iniziata nel febbraio, permetteva di apprendere la sua tecnica scenografica inserita nella linea dei teatri d’ombra e sviluppata sulla scena dell’Opera di Monte-Carlo fino agli anni ’30. Anche se l’esposizione è stata prolungata fino al 30 agosto prossimo, l’NMNM permette, a coloro che lo desiderano, di sperimentare questa tecnica da casa. Sulla sua pagina Facebook, l’NMNM in particolare ha istituito, ogni sabato, diversi workshop da realizzare a casa (allestire il proprio teatro d’ombre, provare lo stop motion, …). Sempre su questo social, è possibile anche apprendere di più riguardo Eugène Frey sia attraverso storie e aneddoti che mediante diverse risorse culturali a cui ci rimanda l’NMNM.
Museo Oceanografico di Monaco
Far visita alle tartarughe marine? Vedere 200 specie di invertebrati e centinaia di coralli che vivono nell’acquario del museo? La visita non avverrà davanti ad un vetro ma davanti al vostro schermo, poiché il museo ha allestito un tour virtuale che offre un’ottima panoramica anche se l’esperienza è meno coinvolgente e sorprendente. Pensando sempre ai visitatori più giovani, il museo mette a disposizione sul sito un angolo per bambini composto da schede pedagogiche complete e tematiche (corallo, tartarughe…), così come un quaderno da colorare per i più piccoli. Una gamma di giochi e attività regolarmente ampliata.
La grotta dell’Osservatorio e il Giardino Esotico
Quasi due mesi di quarantena e voglia di essere di nuovo liberi. Non potendo approfittare degli spazi fioriti, il sito del Giardino esotico invita a percorrere virtualmente decine di varietà di succulente, cactus e vegetali che lo costituiscono. Sempre sullo stesso sito, è anche possibile lasciarsi trasportare nelle profondità della Grotta dell’Osservatorio per ammirare stalattiti, stalagmiti e altre grotte delle meraviglie.
Orchestra filarmonica di Monte-Carlo
Anche se la musica addolcisce gli animi, è certo che essa contribuisce a rallegrare le cose in tempo di quarantena. Pertanto, ogni giorno, i membri dell’orchestra filarmonica si ritrovano attraverso gli schermi interposti per interpretare insieme, diverse opere del loro repertorio. Un vero appuntamento da non perdere sulla loro pagina Facebook. Per i ritardatari, le vecchie performance cosi come quelle dell’Orchestra dei Carabinieri del Principe sono state pubblicate online sul sito dell’Orchestra.
@OrchestrePhilharmoniqueMonteCarlo
Opera di Monte-Carlo
Il periodo di quarantena sarà propizio per la riscoperta dell’opera? Desiderosa di rimanere in attività e di mantenere un legame con il suo pubblico, l’Opera di Monte-Carlo ha messo a disposizione dal 23 marzo, alcune rappresentazioni appartenenti alle ultime stagioni. Nel programma Falstaff di Giuseppe Verdi e Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti si rivelano gradualmente sotto forma di episodi, avvincenti come una serie tv.
I Balletti di Montecarlo
Dopo il canto e la musica, abbiamo la danza. Anche i Balletti di Monte-Carlo hanno trovato il mezzo con il quale condividere il loro repertorio con gli amanti degli chassés e altri jetés. Trasmesse sul sito web di France 3 (PACA) e sul canale Monaco Info, le opere possono essere viste con piacere.
La cultura a Monaco durante la quarantena? Continua a vivere e a condividere se stessa senza intaccare le misure di lotta contro l’epidemia del coronavirus. Queste nuove offerte virtuali, dei veri valori aggiunti per le istituzioni che le attuano, potrebbero essere permanenti anche quando sarà revocata la quarantena?
Se nulla è deciso, questa possibilità meriterebbe di essere esplorata perché rende accessibile la cultura a tutti e senza restrizioni, creando un legame ineguagliabile sia con un pubblico già consolidato che con nuovi “visitatori” pronti a scoprire di più. Non potrebbe anche essere visto come un modo per abbattere le barriere per coloro che non hanno familiarità di alcuni settori o sono intimiditi da quest’ultimi? In questo modo, l’Opera o anche la danza si democratizzano. Meno elitari poiché accessibili (e in più gratuiti), offrono a chi lo desidera, la possibilità di imparare i loro codici. Dopo tutto, non si tratta della vocazione delle istituzioni culturali, di rendere la conoscenza accessibile a tutti?