Intervista a Jérémy Aicardi (Monaco Rugby Sevens), ex campione di rugby a sette
Allenatore del Monaco Rugby Sevens, l’ex giocatore della squadra francese di rugby a sette ha una missione: far crescere il rugby nel Principato. Intervista a un fanatico del rugby, pronto a tutto per dimostrare come il sette sia la vera l’essenza di questo sport.
Il suo destino era già scritto. Pioggia o sole, freddo o caldo, il piccolo Jeremy saliva in sella alla sua bicicletta direzione stadio Iscles di Saint-Laurent-du-Var, a pochi metri dalla casa in cui è cresciuto. “I miei genitori non avevano tempo per accompagnarmi, così un giorno mi hanno detto: Prendi la bici e vai a provare il rugby”, ricorda con un po’ di nostalgia. “È stato amore a prima vista”.
Christophe Urios è venuto da me e mi ha detto che mi mancavano dieci chili per la Top 14
Jérémy Aicardi
Ospite fisso dello Stadio Laurentin Rugby dai 7 ai 15 anni, il giocatore nizzardo viaggia per tutta la Francia per inseguire i suoi sogni. Direzione Bourgoin-Jallieu, per un cambio di scenario.“Come mi sono trovato? Quando le persone sono accoglienti, è tutto più facile. Così è stato a Bourgoin-Jallieu, e poi mio padre e mio fratello sono venuti con me”.
Dopo un periodo all’US Montmélian e le sue famose “salsicce al vino” del terzo tempo, nel 2009 Jérémy Aicardi entra al centro di formazione US Oyonnax, mentre, contemporaneamente, studia metallurgia. La professionalità che lo contraddistingue diventa il suo lasciapassare. L’orgoglio dello Stade Laurentin Rugby gioca nella Pro D2 per quattro anni, fino al 2013, quando conquista il titolo di campione e l’ingresso nella Top 14.
Uno dei pionieri della nazionale francese di rugby a sette
“Con l’avvicinarsi della nuova stagione, Christophe Urios è venuto a trovarmi e mi ha detto che non contava troppo su di me”, racconta. “Mi ha detto che mi mancavano dieci chili per entrare nella Top 14”. La delusione è stata immensa. Ma l’ala non si lascia abbattere, non è proprio il tipo, e sbarca così nel Saint-Nazaire Rugby, in Fédérale 1, per una breve esperienza di una stagione.
È fermamente convinto che questa disciplina possa dare un enorme contributo al rugby a quindici
Fanny Horta
Una nuova avventura lo attende e il destino bussa ancora una volta alla sua porta. “Sono stato selezionato per la prima volta nella squadra di rugby a sette di Francia B”. Abile sul campo e affascinato da questa nuova disciplina, lontanissima dal rugby a quindici che tanto l’annoiava, l’ala dal passo diabolico riceve una bella sorpresa. “Ho firmato un primo contratto di un anno con la squadra di Francia A, poi un secondo…” e così via. Jérémy Aicardi indosserà la maglia della nazionale francese fino al 2018.
Ma la cervicale comincia a farsi sentire e la schiena a essere dolorante. “Ho 33 anni, bisogna saper voltare pagina”, dice senza il minimo rimorso. Così la sua attitudine all’insegnamento prende il sopravvento sulla passione per la competizione. Il coaching è una scelta ovvia. “Da quando ha scoperto il rugby a sette, ha avuto un solo desiderio: farlo conoscere ai più giovani”, afferma sorridendo la sua compagna, Fanny Horta, ex giocatrice di rugby a sette della nazionale francese, che ha appena appeso gli scarpini al chiodo dopo aver vinto una medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Tokyo con i Bleues. “È fermamente convinto che questa disciplina possa dare un enorme contributo al rugby a quindici”.
Il Monaco Rugby Sevens promette bene
Tornato nella regione da un anno, dopo un’esperienza come allenatore di rugby a sette per la nazionale belga, Jérémy Aicardi si è stabilito nel Principato con l’ambizione di rendere Monaco la terra del rugby. “Stiamo lavorando a un progetto doppio, su entrambe le realtà”, spiega, riferendosi al Monaco Rugby Sevens e all’AS Monaco Rugby.
La strada per portare Monaco ai Giochi Olimpici sarà piuttosto lunga. È un lavoro di 20 anni
Jérémy Aicardi
Finora possiamo dire che è stato un grande successo, dato che il Monaco Rugby Sevens ha vinto gli ultimi due eventi del SuperSevens e si prepara a competere nel torneo finale di Parigi il prossimo novembre. Ma la strada è ancora lunga, secondo Jérémy Aicardi: “Il divario tra la Fédérale 3 e il SuperSevens è ancora troppo ampio per vedere i giocatori dell’AS Monaco Rugby difendere i colori del Monaco Rugby Sevens. La strada per portare Monaco ai Giochi Olimpici sarà piuttosto lunga. È un lavoro di 20 anni. Dobbiamo andare nelle scuole, trovare i giovani con il giusto potenziale e trasformarli in campioni.
Convinto che il rugby a sette abbia un grande futuro, Jérémy Aicardi passa giorno e notte su questo progetto e nel tempo libero aiuta sua madre e suo zio, entrambi orticoltori. “Producono zucchine, lattuga, bietole, finocchi, sedano…” racconta il ragazzo. I mercati, la notte, lo riportano alla vita reale: “Ho passato un anno con loro durante il lockdown, ho perso sette chili.
Appassionato di rugby e stacanovista
Così, quando non è tra i campi della pianura del Var, l’ex ala dell’Oyonnax dedica tutto il suo tempo al rugby. “È un ragazzo appassionato”, concorda Fanny Horta. “Passa ore a pensare e ripensare a questo progetto. Le sue giornate sono molto lunghe. Anche se ho appena terminato la mia carriera, non ci vediamo molto. Jérémy vuole mantenere in vita le emozioni che ha provato con il rugby a sette”.
Nel rugby a quindici, quando sei un’ala non tocchi mai la palla, è terribile
Jérémy Aicardi
Disgustato dal rugby a quindici, Jérémy Aicardi fa in modo di non replicare quel genere di rugby: “Con il rugby a quindici, quando sei un’ala non tocchi mai la palla, è terribile. Con la metà dei giocatori, è molto più divertente”. Meno scontri, più gioco. E proprio questo gioco, ormai, è il suo leitmotiv: “Voglio sviluppare un rugby con numero di giocatori ridotto, che sia complementare con il rugby a quindici. Più questi giocheranno in sette, più correranno, faranno scontri 2 contro 1 e placcaggi…”.
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Un modo tutto nuovo di intendere il rugby, che potrebbe portare Monaco a farsi un nome sulla scena internazionale. Il Principato sarà la futura culla della palla ovale? Con Jérémy Aicardi, tutto è possibile.