L’ex presidente del Tribunale Supremo Didier Linotte incriminato per corruzione e traffico d’influenze

Didier Linotte, 77 anni, evita la custodia cautelare in carcere ma resta sottoposto a un rigido controllo giudiziario in un caso che sta scuotendo le istituzioni del Principato.
Secondo quanto comunicato dal procuratore generale, l’ex presidente del Tribunale Supremo di Monaco è stato formalmente incriminato mercoledì per “conflitto di interessi in associazione, corruzione passiva da parte di un pubblico ufficiale nazionale in associazione, traffico di influenze passivo in associazione e riciclaggio di denaro”. Dopo 48 ore di fermo e sette interrogatori, il magistrato è stato posto sotto controllo giudiziario con il divieto di lasciare il territorio del Principato.
Un’indagine nata dai “Dossiers du Rocher”
L’inchiesta è stata avviata a seguito delle rivelazioni del 2021 del sito “Dossiers du Rocher”, che aveva svelato la presunta esistenza di un “G4”, un gruppo di quattro persone vicine al principe Alberto II accusate di collusione. Le indagini, aperte nel novembre 2021 sulla base di “elementi raccolti all’estero” e di una “segnalazione della procura finanziaria nazionale francese”, si concentrano in particolare sulla gestione controversa del progetto immobiliare dell’Esplanade des Pêcheurs.
Nell’ambito di questa vicenda, il Tribunale Supremo aveva condannato nel 2020 lo Stato monegasco a risarcire con 137 milioni di euro il promotore Caroli, pari a quasi il 10% del bilancio della Principato.
La giustizia sta indagando anche sulle consulenze fornite da Didier Linotte tramite la sua società Alma Marceau Transactions. Secondo quanto riportato da La Lettre e Le Parisien, queste attività per il gruppo Vinci gli avrebbero fruttato oltre un milione di euro tra il 2015 e il 2023, compresi “6.000 euro al mese per il monitoraggio dell’esecuzione del contratto” relativo al progetto Testimonio 2. In una conversazione intercettata, Linotte avrebbe detto alla figlia: “Oggi non si possono più fare soldi senza finire in prigione”, rivela Le Parisien.
Il suo avvocato, Pascal-Pierre Garbarini, denuncia una “procedura sproporzionata rispetto all’assenza di precedenti giudiziari e all’età del suo assistito” e parla di una “vendetta privata” da parte di alcuni attori dell’economia locale.
Didier Linotte non può più lasciare Monaco e ha l’obbligo di non entrare in contatto con oltre venticinque persone identificate nell’inchiesta.
Fonti: Le Parisien, Monaco-Matin, Actu.fr