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Isabella Vieira: l’Amazzonia a Monaco, quando la saggezza ancestrale e il lusso si incontrano

Isabella Vieira
Isabella Vieira / Photo via Instagram giu_monte_carlo_

A Monaco, la terapeuta olistica e regista brasiliana Isabella Vieira rappresenta un ponte raro tra due mondi: quello della saggezza sciamanica amazzonica e quello degli atleti professionisti e dei dirigenti in cerca di equilibrio. Ritratto di una donna che porta dentro di sé la voce della foresta.

Nel fermento discreto del Principato, dove il lusso spesso si misura in metri quadrati e dall’estratto conto, Isabella Vieira spicca tra la folla. Ma non per ostentazione, tutt’altro. È la sua presenza pacifica, quasi enigmatica, che colpisce: un’energia “che calma non appena la incontri”, raccontano molti dei suoi clienti. Stabilitasi a Monaco da quattro anni, la 39enne brasiliana ha scelto il Principato non per sete di prestigio, ma per una questione puramente pratica: “La maggior parte dei miei atleti, dei miei clienti, vive qui”, spiega con una franchezza disarmante.

Prima di Monaco, viveva a Calvi, in Corsica, dove accoglieva sportivi d’élite in cerca di un tipo di rigenerazione che i protocolli medici tradizionali non potevano offrire. E prima ancora a Parigi, dove nel 2011 ha iniziato a lavorare con i calciatori del PSG. “Non ho mai firmato con nessun club”, precisa, “ma avevo una tecnica diversa per il recupero energetico e muscolare. Si lavorava in profondità, per aiutare l’atleta a ritrovare energia molto più in fretta”.

Una linea sciamanica tramandata di generazione in generazione

Ciò che distingue Isabella Vieira da tanti altri terapeuti del benessere è l’origine del suo sapere. Non lo ha appreso in una scuola occidentale di naturopatia, ma lo ha ereditato. “La famiglia di mio padre ha origini nella foresta amazzonica. I miei antenati appartenevano a una linea sciamanica”, racconta. La sua bisnonna fu una delle prime donne sciamane del popolo Huni Kuin. Suo padre, naturopata e “grande guaritore”, le ha trasmesso questa saggezza ancestrale fin dall’infanzia.

Quello che viviamo qui, nel mondo fisico e terreno, è solo una parte della nostra esistenza

“Bisogna scegliere un bambino più sensibile”, spiega. “C’è una trasmissione che è già genetica e poi tutta una trasmissione di saggezza ancestrale che viene impartita al bambino”. Isabella sarà la prima della sua linea a lasciare il Paese, portando con sé un patrimonio millenario che adatta alle esigenze di una clientela moderna, occidentale e spesso scettica.

Ma la sua infanzia non è stata un cammino sereno verso l’illuminazione. “Non ho sempre avuto questo equilibrio”, ammette. “Da bambina è stato difficile capire. Quando si ha una certa sensibilità medianica, non è facile trovare il proprio posto. Ci si sente diversi”. A sei anni, ha vissuto la sua prima esperienza di sdoppiamento: ha visto la sua anima uscire dal corpo mentre dormiva e ha osservato se stessa dall’esterno. “È come se avessi sempre saputo che quello che viviamo qui, nel mondo fisico e terreno, è solo una parte della nostra esistenza”.

Dal PSG a Monaco: un approccio olistico che conquista l’élite

Il suo metodo? Lo riassume così: “Conoscenza di sé ed espansione della coscienza.” Per Isabella, il corpo fisico è solo “lo specchio di ciò che accade nella nostra mente, nei pensieri e nelle emozioni”. Il suo consiglio è di una semplicità disarmante: respirare. “Prendersi qualche minuto al giorno per respirare. Un momento di calma per staccare da tutto”. Sorridendo racconta che una delle sue atlete una volta le ha detto: “Non sto troppo tempo a respirare prima della partita perché mi rilassa troppo!”

 Prima, a Monaco, il benessere era soprattutto estetica e relax

Il suo approccio, che unisce tecniche di respirazione, meditazione e saggezza amazzonica, trova oggi un terreno fertile nel Principato. “Dopo il Covid, ho constatato che molte persone si sono avvicinate alla meditazione, a un’alimentazione più sana. Prima, a Monaco, il benessere era soprattutto estetica e relax. Ora si sta aprendo a una dimensione più profonda, più olistica, e questo mi rende felice”.

Nawa Sia: dare voce ai guardiani della foresta

Ma Isabella Vieira non è solo una terapeuta: è anche regista. Il suo documentario Nawa Sia – The Secrets of Amazonia (“Stella della Verità” in lingua Huni Kuin) è stato trasmesso in anteprima mondiale all’Opéra de Monte-Carlo lo scorso aprile. Sostenuto dalla Fondazione Principe Alberto II, il film esplora il legame profondo tra i popoli indigeni e la foresta amazzonica.

“La natura è il nostro cliente più esigente”: Marc Leclerc, il veterinario delle tartarughe ferite del Mediterraneo

“Volevo soprattutto dare voce ai popoli indigeni”, racconta con passione. “Mostrare che questa saggezza ancestrale non appartiene al passato, ma è viva, presente. Spesso se ne parla come di qualcosa che è esistito, di cui si legge nei romanzi, ma è una realtà che continua a esistere tutt’oggi”.

Non esiste una crisi climatica, ma una crisi dell’essere umano

Il messaggio del film risuona con particolare urgenza in questi tempi di crisi ambientale. Per Isabella, “non esiste una crisi climatica, ma una crisi dell’essere umano”. E proprio per questo i popoli indigeni hanno risposte da offrire, anche se riconoscono la pressione crescente che grava su di loro: “Nelle tavole rotonde, si chiede ai popoli indigeni di fornire risposte per il futuro, di condividere la loro saggezza”.

Lo scorso 19 aprile, l’Opera di Montecarlo si è trasformata in un portale verso l’Amazzonia © Aude Hurstel – APG Signature

Il rispetto a 360 gradi

Il suo prossimo progetto? Costruire un’Università della Foresta e scrivere un libro con sette guardiani indigeni provenienti da tutto il mondo, dedicato ai “codici sacri della Terra”. Il tutto facendo affidamento su un concetto che lei chiama “rispetto a 360 gradi”. “Il rispetto è l’unico sentimento che non ha un lato negativo”, spiega. “Anche l’amore, quando è troppo, può trasformarsi in possesso o egoismo. Ma il rispetto… quando lo si prova per tutto ciò che è visibile e invisibile, per gli antenati e per le generazioni future, non ha nessun lato negativo”.

La sua filosofia di vita? “Tutto è sacro. Quando ci rendiamo conto che tutto è sacro, viviamo molto meglio”. Un principio che applica anche a Monaco, città ultramoderna per eccellenza, dove ci ricorda che per riconnettersi con la natura basta semplicemente “bere un bicchiere d’acqua con consapevolezza”.

In un Principato dove il lusso è sempre in bella mostra, Isabella Vieira propone un altro tipo di ricchezza: quella della connessione con se stessi, con gli altri e con la Terra. Un lusso accessibile a tutti, se si è disposti a respirare, ascoltare e rispettare. E magari, nel farlo, ci si può lasciare guidare da quel sussurro ancestrale della foresta, portato da questa donna discreta che ha scelto Monaco come porto sicuro per diffondere la sua luce nel mondo.