Monaco punta su sicurezza e accoglienza per attrarre e far integrare i nuovi residenti
Il Principato sta sviluppando una strategia di attrattività basata su tre pilastri, sicurezza, identità e qualità della vita, per attrarre e fidelizzare una popolazione residente sempre più eterogenea.
“Si parla spesso di attrattività da un punto di vista economico, patrimoniale o fiscale, ma per chi decide di stabilirsi e vivere a Monaco, l’attrattività comincia altrove. Comincia con una promessa di vita fondata sulla sicurezza, la fiducia e la stabilità dello Stato monegasco”, ha dichiarato Ludmilla Raconnat Le Goff aprendo l’ultimo “petit déjeuner” della JCI Monaco dedicato proprio a questo tema.

Martedì 21 ottobre, il Méridien Beach Plaza ha ospitato la delegata all’Attrattività presso il Ministro di Stato, che ha delineato i contorni di una visione globale costruita sul triplice asse sicurezza-identità-qualità della vita. Una strategia che è in linea con le aspettative di una nuova generazione di residenti che, secondo lei, “cercano coerenza tra il proprio stile di vita, i propri valori e l’ambiente in cui vivono”.
L’attrattività comincia con una promessa di vita fondata sulla sicurezza, la fiducia e la stabilità dello Stato monegasco
L’obiettivo dichiarato? Creare un percorso fluido in cui l’integrazione residenziale e quella professionale si completino a vicenda, trasformando così “un trasferimento in un progetto di vita”.
La sicurezza, pilastro fondamentale dell’attrattività
Al primo posto degli elementi che formano questo ambiente fatto di fiducia, stabilità e benessere per i nuovi residenti c’è sicuramente la sicurezza. “Il senso di insicurezza che può esistere altrove, le inciviltà quotidiane, la violenza gratuita o l’odio verso la polizia, a Monaco non esistono”, ha sottolineato, dati alla mano, Éric Arella, direttore della Pubblica Sicurezza. Nel 2024, nel Principato sono stati registrati solo 888 casi di delinquenza, con un tasso di risoluzione superiore al 50%, due rapine a mano armata e soltanto 17 furti con scasso in tutto l’anno.
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Un’eccellenza, spiega Arella, resa possibile da risorse considerevoli: 620 dipendenti sul campo e in ruoli amministrativi, una rete di 1.300 telecamere e circa 25.000 indagini amministrative all’anno, effettuate successivamente alla richiesta di residenza e prima dell’approvazione. Questi sono gli elementi che garantiscono ordine pubblico, moralità e competenza delle persone che lavorano o si stabiliscono a Monaco.
L’odio verso la polizia a Monaco non esiste
Un delicato equilibrio tra apertura e vigilanza che permette di accogliere 132 nazionalità diverse preservando un’atmosfera unica in cui, secondo il Direttore della Pubblica Sicurezza, non trovano posto la violenza gratuita e il senso di insicurezza.

L’accoglienza dei nuovi residenti: il permesso di soggiorno
La Cellula Attrattività, vero e proprio punto d’ingresso per chi desidera trasferirsi nel Principato, tratta ogni anno circa 2.800 richieste, di cui il 65% riguarda il permesso di soggiorno, spiega Chloé Boscagli, responsabile della missione. L’obiettivo, sottolinea, è creare aspettative realistiche fin dal primo contatto: niente promesse illusorie, ma un accompagnamento trasparente in ogni fase del processo.
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Il permesso di soggiorno, indispensabile per ogni pratica amministrativa, rappresenta il cuore del percorso, senza cui è impossibile aprire un conto in banca, ottenere la patente o iscrivere i figli a scuola. Lo spiega chiaramente Frédéric Soldano, capitano di polizia della divisione amministrativa per la sezione residenti. “Oggi questo permesso, in formato carta di credito, integra anche un’identità digitale che permette l’accesso ai servizi online dell’amministrazione”.
- 1.300 richieste di primo permesso di soggiorno all’anno (in media negli ultimi tre anni)
- 15 richieste di primo permesso di soggiorno respinte all’anno (in media negli ultimi tre anni)
- 6.000 permessi di soggiorno rinnovati all’anno (in media negli ultimi tre anni)
Per facilitare l’accoglienza dei nuovi arrivati, i servizi pubblici si sono adattati alla diversità linguistica. “Ai nostri impiegati richiediamo la conoscenza di almeno una lingua straniera, come l’inglese”, spiega Rémy Le Juste, commissario divisionale e capo della divisione di polizia amministrativa. Oggi tra il personale figurano anche dipendenti ispanofoni, italofoni, arabofoni e russofoni, per rispondere meglio alle esigenze della popolazione.
Una burocrazia complessa spesso criticata
Il percorso amministrativo resta tuttavia complesso, poiché deve passare anche attraverso le autorità consolari francesi, che rallentano necessariamente i tempi. A questo si aggiungono controlli accurati tramite i database di Interpol e l’analisi di fonti aperte. Rémy Le Juste riconosce la necessità di questa trafila, ma anche quella di velocizzare al massimo le tempistiche.
Alcuni notevoli progressi semplificano già la procedura: servizi online per le prime domande, rinnovi online e notifiche automatiche tre mesi prima della scadenza del permesso. Alcune criticità restano, come la sospensione temporanea dell’identità digitale allo scadere del documento di soggiorno, che blocca l’accesso ai servizi digitali fino al rinnovo.


Costruire una comunità inclusiva e longeva
Le sfide dell’integrazione dei nuovi residenti, spiega ancora Chloé Boscagli, vanno ben oltre la burocrazia e affondano nel tessuto associativo. “Il Club des Résidents Étrangers de Monaco (CREM) rappresenta un luogo d’incontro aperto a tutti coloro che si trasferiscono nel Principato, indipendentemente da origine e lingua”. Le sessioni informative in inglese sui codici e i valori monegaschi registrano una partecipazione crescente: 60 persone nel 2025 contro 40 l’anno precedente, secondo la responsabile del progetto della Cellula Attrattività.
Il tema della partecipazione civica alla vita comunale resta tuttavia delicato, vista la suddivisione, in parti uguali, in tre nazionalità (monegasca, francese, italiana). Il sindaco Georges Marsan, anche lui presente in sala, ha ricordato che la Costituzione non consente ai residenti stranieri di votare alle elezioni comunali. Tuttavia, altre istituzioni come il Consiglio Economico, Sociale e Ambientale (CESE) offrono spazi di dialogo e partecipazione alla vita pubblica.

Interpellata da un partecipante alla Conferenza JCI Monaco, Ludmilla Raconnat Le Goff ha parlato di prospezione internazionale. La segretaria generale del Consiglio strategico per l’attrattività ha esordito elogiando il lavoro degli ambasciatori all’estero, che sono alla base dei trasferimenti delle persone. I britannici, soprattutto a seguito della Brexit, sono al terzo posto (11%) tra i richiedenti il primo permesso di soggiorno, dietro a Francia (22%) e Italia (21%).
“Desidero rilanciare le missioni di prospezione per paese a partire dal prossimo anno. Ci lavoreremo nelle prossime settimane, in modo da attrezzarci per andare all’estero e promuovere Monaco come Paese”, afferma Ludmilla Raconnat Le Goff. L’obiettivo è far sì che “la storia raccontata da Monaco rimanga invariata: un Paese in cui le persone vivono pacificamente, si sentono accolte e condividono gli stessi valori di solidarietà, rispetto e fiducia”. Una sfida ambiziosa in un mondo in cui la sicurezza e la stabilità diventano beni sempre più ricercati.











