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Intervista

I ritmi dell’eccellenza: Christos Fiotakis e la mentalità dell’élite

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Christos Fiotakis svela i segreti della performance di alto livello / DR

Il preparatore atletico Christos Fiotakis svela come la grandezza non nasca solo dal talento, ma dalla somma costante di piccole vittorie, piccoli miglioramenti, che messi insieme portano a risultati straordinari.

Con la serie “I ritmi dell’eccellenza”, Monaco Tribune vi porta a scoprire le abitudini quotidiane di dirigenti influenti e sportivi d’eccezione. L’obiettivo? Capire come questi leader e atleti di alto livello riescono a costruire, giorno dopo giorno, una performance fuori dal comune. Questa volta abbiamo incontrato Christos Fiotakis, preparatore atletico che lavora sia con campioni dello sport che con amministratori delegati.

Oltre l’allenamento fisico: un approccio olistico

Christos Fiotakis non si limita ad allenare il corpo: il suo lavoro parte dalla testa. Di origini greche, ha seguito tennisti come Stefanos Tsitsipas, campioni dell’automobilismo come Felipe Massa, e persino la Principessa Charlène di Monaco. Per lui, l’eccellenza si raggiunge adottando una visione globale.

“Il corpo è una catena cinetica,” spiega. “Quando muovete una spalla, è collegata alla scapola. Quando muovete i fianchi, entrano in gioco i quadricipiti, i glutei, il core. È tutto connesso.”

Questa idea di interconnessione va oltre l’aspetto fisico. Per Christos, la prestazione ottimale si costruisce curando l’intero sistema: alimentazione, sonno, preparazione mentale ed equilibrio emotivo. Solo così si crea una base in grado di reggere anche sotto una pressione intensa.



Allenarsi al 200%: quando la pressione diventa un privilegio

Una delle idee più sorprendenti di Christos riguarda proprio la gestione della pressione. Anziché insegnare a gestire lo stress, lui aiuta gli atleti a superarlo completamente.

“Se vi allenate al 50%, non potete pensare di gareggiare al 100% o al 110%,” dice. “Ma se vi allenate al 200%, allora la competizione non fa più paura.”

Con questa filosofia, la gara non è più fonte di ansia ma diventa un’occasione per celebrare tutto il lavoro fatto. Per esempio, per un maratoneta che corre 10-15 chilometri al giorno, la gara diventa “una festa”.

In questo modo, il concetto di pressione si ribalta e diventa, con parole sue, “un privilegio”, riservato a chi si è guadagnato il diritto di competere nell’élite.

Ogni centimetro conta

Il potere della somma dei piccoli miglioramenti

Per Christos, l’eccellenza non ha alcuna formula magica, è semplicemente la somma disciplinata di piccoli passi avanti.

“Quando fate le cose nel modo giusto, ogni aspetto può darvi un 2%, 5% in più,” osserva. “Dormire bene non vi cambia la vita da un giorno all’altro, ma vi dà un 5% in più. Mangiare bene? Un altro 5%.”

Piccoli passi, come dormire meglio, mangiare in modo più equilibrato, prendere gli integratori giusti, meditare, che nel tempo fanno la differenza tra un campione e il resto degli atleti. “Tutto si accumula per arrivare forse a un 30%. Ogni centimetro conta, ogni margine è un vantaggio sull’avversario.”

Concentratevi sempre su domani

Visualizzazione: programmare l’eccellenza nella mente

Per chi punta in alto, la preparazione mentale è importante tanto quanto l’allenamento fisico. Christos crede molto nella visualizzazione, ma precisa che va usata con intelligenza.

“Visualizzate obiettivi raggiungibili,” consiglia. “Non andate troppo in là. Restate concentrati su domani.”

Invece di fissarsi su risultati lontani, incoraggia gli atleti a visualizzare il prossimo passo e a rievocare i momenti migliori della propria carriera. “Dovete ricordarvi le cose belle che avete fatto. Soprattutto parlare dei bei momenti della vostra carriera e cercate di non rimuginare su quelli brutti.”

Tutti sono atleti

Oltre lo sport: il dirigente performante

La cosa sorprendente è che Christos applica gli stessi metodi anche ai dirigenti e ai CEO. Lavora con personaggi come Thomas Flohr, proprietario di VistaJet, e applica con loro le stesse tecniche di preparazione.

“Ogni mio cliente è un atleta a tutti gli effetti,” afferma Christos. “Tutti sono atleti. Tutti possono essere atleti.”

Per i manager, questo significa dormire bene, avere una routine mattutina che li faccia partire in vantaggio invece di rincorrere sempre il tempo, e trattare l’allenamento come un momento sacro che non può essere messo da parte.

La verità sull’unicità e l’élite

Con grande franchezza, Christos rifiuta l’idea che chiunque possa raggiungere lo status di élite. Per lui, l’eccellenza è una conquista riservata a chi possiede un talento naturale e una motivazione inattaccabile.

“Entrare nell’élite richiede fatica. Vincere non è per tutti,” dice senza giri di parole. “Nella vita non siamo tutti uguali.” Questo non vuol dire che non valga la pena migliorarsi, ma semplicemente che le prestazioni d’élite richiedono una combinazione rara di elementi.

Per Christos, la vera unicità non consiste nell’essere diversi dagli altri, ma nel restare autentici. “Quando siete unici, non fate le stesse cose degli altri, ma non perché volete distinguervi: è semplicemente il vostro modo di essere”.



Il cuore dell’eccellenza: la passione con uno scopo

In tutta la sua filosofia c’è un punto fermo: la passione. Christos affronta giornate faticosissime con un’energia fuori dal comune. Come fa? Lo spiega in una frase: “Amo quello che faccio.”

Questa passione si traduce nella creazione di strutture che permettono agli atleti di concentrarsi unicamente sulla performance. “Un atleta non ha bisogno di pensare a cosa deve fare. Bisogna fornirgli la struttura,” spiega Christos. Gestendo ogni aspetto, dall’alimentazione al recupero, crea un ambiente in cui l’unica cosa richiesta all’atleta è “la pura performance.”

Nella ricerca dell’eccellenza, che sia su un campo da tennis, in pista o in una sala riunioni, Christos offre una guida che bilancia intensità e sostenibilità, disciplina e piacere, successo d’élite e autenticità personale: tutti aspetti che trascendono ogni ambito professionale.