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Analisi

Verso uno yachting più green: innovazioni e prospettive sostenibili al Monaco Yacht Show 2025

Le développement durable constitue le fil rouge des trois jours de salon du Monaco Yacht Show 2025 © Benjamin Godart - Monaco Tribune
Lo sviluppo sostenibile è stato il filo conduttore dei tre giorni di salone del Monaco Yacht Show 2025 © Benjamin Godart – Monaco Tribune

Il MYS 2025 mette al centro la sostenibilità, con innovazioni e un impegno sempre più forte da parte dell’industria. Tra propulsioni alternative, intelligenza artificiale e nuovi armatori più sensibili alle questioni ambientali, il settore delinea i contorni di uno yachting più responsabile.

Quest’anno, per la sua 34ª edizione, il salone monegasco ha lanciato il programma Blue Wake, sviluppato in collaborazione con la Water Revolution Foundation. “Ben 59 espositori hanno ottenuto la certificazione Blue Wake per questa prima edizione, basata su criteri scientifici molto precisi, il che riflette chiaramente l’impegno crescente dell’industria verso la responsabilità ambientale”, ha dichiarato Gaëlle Tallarida, direttrice generale del salone, durante la conferenza inaugurale di mercoledì 24 settembre.

I primi Blue Wake Awards 2025 sono stati consegnati martedì sera, premiando gli attori più innovativi in cinque categorie: giochi e tender nautici, prodotti e servizi di lusso, fornitori nautici, refit e cantieri, oltre a un premio speciale della giuria. Per Fabien Arnoux, direttore di Riviera Yachting Network, questa iniziativa sottolinea il ruolo catalizzatore di Monaco: “Monaco è un vero punto di riferimento per impegni importanti e nuove innovazioni. È qui che prende forma lo yachting di domani”.

I vincitori dei Blue Wake Awards. Tykun (categoria Tenders/Water Toys), Tai Ping (Luxury Products & Services), Deasyl (Nautical Supplier), Sanlorenzo (Refit/Builder Shipyard), Reduce Catamaran by Silver Yachts (Premio speciale della giuria) © MYS
I vincitori dei Blue Wake Awards. Tykun (categoria Tenders/Water Toys), Tai Ping (Luxury Products & Services), Deasyl (Nautical Supplier), Sanlorenzo (Refit/Builder Shipyard), Reduce Catamaran by Silver Yachts (Premio speciale della giuria) © MYS

I carburanti alternativi aprono la strada

Per decarbonizzare le attività, il settore punta sulle propulsioni alternative. Accanto all’idrogeno, il metanolo emerge come una soluzione promettente. “L’utilizzo del metanolo significa che, nel ciclo di vita del carburante, le emissioni sono quasi nulle”, spiega Caterina Benedetti, project manager di ricerca e sviluppo presso Meccano Engineering, membro del programma Blue Wake che sviluppa sistemi di propulsione a metanolo per yacht da 68 metri. “In termini di stoccaggio, sicurezza e disponibilità, è probabilmente l’opzione migliore”.

Anche i biocarburanti, come l’olio vegetale idrotrattato (HVO), si affermano come alternativa immediata quando abbinati a soluzioni a idrogeno. Secondo Robert Van Tol, direttore della Water Revolution Foundation, questo carburante “riduce le emissioni del 90% ed è disponibile con un piccolo sovrapprezzo rispetto al diesel. Non bisogna cambiare nulla a bordo, quindi non richiede aggiornamenti tecnici”.

In Francia, il biofuel è già integrato nei carburanti tradizionali per ridurre le emissioni di carbonio © Benjamin Godart – Monaco Tribune

La sfida energetica

Un altro nodo cruciale della transizione energetica resta lo stoccaggio di energia. “Si pensa che uno yacht inquini solo quando naviga. In realtà, l’80% del suo consumo energetico deriva dall’uso a bordo, dalla parte “alberghiera” (…) l’obiettivo è cambiare i modelli di consumo, soprattutto di notte, e al tempo stesso ridurre l’inquinamento acustico nelle aree naturali da preservare”, spiega Fabien Arnoux.

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Per Lorenzo Savini, ingegnere commerciale di Siemens Energy, le tecnologie devono lavorare in sinergia: “La cella a combustibile produce elettricità per caricare le batterie destinate ai servizi di ospitalità. Ha una potenza costante, mentre la batteria è molto efficace per coprire i picchi di consumo. Restiamo comunque dipendenti dalle batterie”. Ogni progetto, aggiunge, richiede un approccio personalizzato: “Non esiste una soluzione standard nel nostro settore. Partiamo da sistemi modulari con mix energetici su misura”.

Il futuro guarda a batterie più performanti, potenti e resistenti. “I prototipi delle batterie a semiconduttori saranno pronti all’inizio del 2026, ma non arriveranno sul mercato prima di due o tre anni a causa del processo di certificazione”, anticipa Iacopo Senarega, project manager R&D di Benetti.

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Per ottimizzare i consumi, entra in gioco anche l’intelligenza artificiale. Christian Paolini, direttore di Team Italia Marine (Rolls-Royce/MTU), ha presentato sistemi di IA che “possono già essere installati su imbarcazioni esistenti per ridurre i tempi di fermo, aumentare l’efficienza e abbassare i consumi di carburante”.

Il refit, leva per la flotta esistente

Con oltre 6.000 yacht sopra i 30 metri in circolazione, l’industria del refit (ristrutturazione) è fondamentale per prolungarne la durata di vita di queste imbarcazioni mastodontiche. Fabien Arnoux adotta un approccio innovativo: “Abbiamo posizionato 40 sensori su un Sanlorenzo di 42 metri per avere una fotografia precisa dei consumi energetici. I primi risultati mostrano che un generatore da 60-65 kW basterebbe, invece di due generatori da 115 kW ciascuno”.

Un metodo che consente di ridefinire le soluzioni di “refit green” per le aziende subfornitrici. “Il settore del refit ha davvero molto da offrire in termini di soluzioni concrete e durature”, aggiunge Arnoux, ricordando che la regione Sud ha realizzato 609 refit di imbarcazioni sopra i 30 metri lo scorso anno, su un totale mondiale di circa 1.700.

Sul modello 43 Comfort del marchio Maxim, la forma delle eliche ha permesso di ridurre il rumore subacqueo del 30% © Benjamin Godart – Monaco Tribune
Sul modello 43 Comfort del marchio Maxim, la forma delle eliche ha permesso di ridurre il rumore subacqueo del 30% © Benjamin Godart – Monaco Tribune

Una nuova generazione di armatori più sensibili all’ambiente

Un altro fattore chiave della transizione è il cambio generazionale. “L’età media del nuovo armatore di un superyacht è oggi di 42 anni. Questa generazione ha una sensibilità ambientale molto più sviluppata e utilizza lo yacht in modo diverso rispetto alle precedenti”, afferma Arnoux.

A questa evoluzione si accompagna un approccio più istruttivo anche nei confronti degli equipaggi. “Abbiamo lanciato un programma per comprendere meglio l’impatto ecologico delle operazioni quotidiane a bordo e adottare misure concrete per ridurlo, ad esempio sostituendo i prodotti per la pulizia”, spiega Georgina Menheneott, responsabile CSR di Burgess. L’azienda propone anche di integrare la filantropia nei servizi di charter, sostenendo la ricerca e la raccolta di dati scientifici negli ambienti naturali.

© Benjamin Godart – Monaco Tribune

Con una roadmap chiara verso il carbon neutral entro il 2050, l’industria dello yachting si muove quindi lungo numerosi percorsi di sostenibilità. Come osserva Robert Van Tol della Water Revolution Foundation, “Poche industrie hanno realmente proiettato il proprio futuro come ha fatto oggi quella dello yachting, con obiettivi quantificati per la progettazione, la costruzione, l’utilizzo e la ristrutturazione”.