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Geraldine Hardy: l’alchimista del benessere che unisce business e spiritualità

Geraldine Hardy © K2Match
Geraldine Hardy © K2Match

 

Tra due continenti e diverse vite, Geraldine Hardy ha trasformato i suoi traumi in saggezza e le sue prove in una missione. Oggi, tra Monaco, Dubai e la Thailandia, questa ex dirigente del settore del lusso ed ex responsabile delle relazioni con gli investitori nell’industria biofarmaceutica guida imprenditori e famiglie facoltose verso un equilibrio che pochi osano cercare: quello che concilia performance e serenità interiore.

Dallo snowboard alla sala riunioni: un percorso di carriera atipico

La storia di Geraldine Hardy inizia all’incrocio di tre mondi. Nata in Indonesia nel 1977 da padre cinese e madre tedesca, è cresciuta tra Indonesia, Germania e Stati Uniti. “Sono sempre stata a cavallo tra due culture”, confida, “il che mi ha fatto sentire estranea a entrambe, soprattutto quando ero più giovane”.

Dopo aver studiato danza classica per 19 anni in un’accademia russa, la giovane donna si è dedicata al giornalismo nell’industria dello snowboard prima di completare gli studi di economia all’Università di Brighton. Il suo eclettico percorso di carriera l’ha portata da Billabong Europe ad American Express, dalle piattaforme petrolifere e dai campi di GNL della British Gas alle saloni VIP dell’industria della nautica da diporto.

“Ho lavorato per il Singapore Yacht Show, l’Abu Dhabi Yacht Show e il Dubai International Boat Show”, racconta. “Ho vissuto in dieci Paesi diversi. Ma dietro questa carriera internazionale nel lusso e nella finanza si nasconde una ricerca molto più profonda, innescata da una tragedia fondatrice.

Lo shock che ha cambiato tutto

Geraldine aveva 19 anni quando morì suo padre. “È stato il mio grave PTSD”, ricorda senza mezzi termini. “Dall’età di 19 anni fino ad oggi, ho intrapreso un viaggio spirituale per capire cosa stesse succedendo. È un viaggio che in diverse occasioni ha sfiorato il punto di non ritorno.

Ero così vicina a finire contro un muro

“C’è stato un momento della mia vita in cui ero in macchina e andavo così veloce che sentivo di non voler più vivere”, racconta. “Ero così vicina a finire contro un muro”. È stata una canzone di Janet Jackson, “Together Again”, che parlava di un amico morto di AIDS, a farla tornare in sé. Il testo evocava una presenza benevola che vegliava su di lei dal cielo. “Sapevo che mio padre mi stava dicendo: cosa stai facendo”?

Ci sono state altre prove lungo il suo percorso: un’overdose di cocaina nella cucina di un noto dirigente, un aborto spontaneo all’età di 35 anni dopo una gravidanza di tre settimane e ripetuti burn-out. “Ne ho avuti due”, dice con un sorriso disilluso. La prima volta non ne avevo abbastanza, così ci sono tornata per un secondo giro”.

Dal crollo al risveglio

Ogni evento diventa un laboratorio di trasformazione. Geraldine si è formata in yoga terapia 15 anni fa, specializzandosi in guarigione quantistica, alchimia, regressione di vite passate e ipnoterapia. Più recentemente, ha iniziato a praticare il Tai Chi e il Qigong.

“Questi momenti, ora lo so, erano lì per rendermi più forte e più resiliente”, spiega, “per capire quali sono le mie correzioni dell’anima, per capire cosa devo lavorare su me stessa”. La paura di essere abbandonata, il timore di non essere abbastanza brava, la ricerca dell’approvazione ereditata dai suoi anni da ballerina: sono ferite che sta imparando a trasformare.

La sua definizione di resilienza? “Adattarsi come l’acqua. Resilienza non significa essere forti, rigidi e robusti. Resilienza significa: OK, questo non funziona, come posso adattarmi?”.

Monaco, un rifugio dopo la tempesta

È stato grazie allo yachting che Geraldine ha scoperto Monaco, dove ha finito per acquistare un appartamento a Beausoleil. “All’epoca stavo con il mio ragazzo. Dopo che ci siamo lasciati, non facevo altro che pensare di tornare a Dubai o di venire a Monaco”. Ha lavorato per dei family office, poi per una società biofarmaceutica quotata in borsa come responsabile delle relazioni con gli investitori.

Non succederà, dimenticatelo.

Ma il richiamo della sua vera missione si fa sempre più forte. “Se me lo aveste chiesto due anni fa”, ammette, “uno dei miei mentori in Israele mi avrebbe detto: sai, sei una guaritrice, quando realizzerai il tuo scopo? Io rispondevo: già…, non succederà, lascia perdere”.

Poi è arrivata la diagnosi: un tumore, una malattia autoimmune ricorrente. “Avrei potuto crollare. Ma mi sono detta: ora devi essere all’altezza. Metti in pratica ciò che predichi. Dovresti essere una guaritrice. Cosa ti succede? Smetti di bere. Smetti di frequentare certe persone. Smetti di avere schemi di credenze tossiche”.

Un approccio multidimensionale

Oggi Geraldine Hardy incarna una sintesi rara: quella di una donna d’affari esperta che parla il linguaggio dell’EBITDA e della raccolta fondi, padroneggiando al contempo tecniche ancestrali  di guarigione. “Si collegano nel senso che siamo esseri multidimensionali”, spiega l’autrice. “Non siamo solo fisici e non siamo solo il nostro spirito”.

La sua clientela? “Dal personale di yacht agli amici che non si accorgono nemmeno quando parlo con loro”, sorride. “Chiunque, perché ognuno può trarne beneficio. Ma sì, mi rivolgo a dirigenti e imprenditori”.

Membro del consiglio di amministrazione di Family Hippocampus, una fondazione dedicata alla conservazione consapevole del patrimonio multigenerazionale, ora collabora con K2Match come responsabile del programma benessere. “K2Match è una comunità di investitori e startup che va al di là di ciò che si conosce già come un tipico acceleratore o incubatore”, descrive. “È una collaborazione incentrata sull’uomo”.

Il progetto Alina: combinare alta tecnologia e saggezza ancestrale

Il suo prossimo grande progetto? Alina, un concetto di santuario che combina tecnologia per la longevità e pratiche ancestrali. “Ho notato, attraverso la mia guarigione, che la tecnologia della longevità da sola non è sufficiente”, spiega l’autrice. “Bisogna davvero entrare nelle vostre emozioni, guarire le ferite emotive”.

L’intelligenza artificiale non sostituirà mai una seduta di guarigione

Yoga, Ayurveda, astrologia vedica, medicina tradizionale cinese, Qigong, Tai Chi, agopuntura: Geraldine combina queste discipline con terapie a base di cellule staminali e intelligenza artificiale. “L’intelligenza artificiale non sostituirà mai una seduta di guarigione”, ci assicura. “Perché conta l’energia della vostra frequenza. La mia energia non può essere replicata”.

L’autentica guaritrice

Quando le viene chiesto se è una guaritrice, Geraldine corregge gentilmente: “No, in realtà sono solo una facilitatrice. Il guaritore è dentro di voi”. È questa umiltà, unita ad una disarmante franchezza sui propri difetti, che rende il suo approccio così potente.

“L’energia parla più forte delle parole”, conclude. “Si può inspirare ed espirare con le parole, con i pensieri e con l’energia. La nostra pratica di autocura non fa che affinare questi doni, questo artigianato”.

In un mondo ossessionato dalla performance e dal risultato rapido, Geraldine Hardy propone una rivoluzione silenziosa: quella che inizia con la riconciliazione con se stessi. A Monaco come altrove, il suo messaggio risuona urgentemente presso coloro che, dopo aver ottenuto tutto, sono ancora alla ricerca di ciò che conta davvero.