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Inchiesta

I cani di Monaco somigliano ai loro padroni? Inchiesta al Rokethon

Chiens Monaco
Quando i cani diventano lo specchio dei loro padroni © Monaco Tribune – sundaria_art

Tra scienza e osservazione, una passeggiata sotto il tendone di Fontvieille rivela sorprendenti somiglianze tra i residenti monegaschi e i loro amici a quattro zampe.

La domanda potrebbe far sorridere, ma affascina gli scienziati. Un gruppo di ricercatori tedeschi del Max Planck Institute of Geoanthropology ha appena confermato ciò che molti proprietari sospettavano da tempo: i nostri cani ci somigliano davvero. Secondo il loro studio, pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences, le somiglianze non sono soltanto un’illusione ottica. Vanno oltre l’aspetto fisico e si radicano nel carattere, nei comportamenti e persino nei tratti della personalità. Le donne con i capelli corti tendono ad avere cani dalle orecchie corte, le persone introverse possiedono cani che si mostrano diffidenti verso gli sconosciuti, mentre i proprietari scrupolosi hanno animali più facili da addestrare.

Domenica scorsa, al Rokethon 2025, mentre la Principessa Charlène passeggiava sotto il tendone di Fontvieille con il suo chihuahua Harley, abbiamo deciso di condurre la nostra piccola indagine “scientifica” monegasca. Armati di microfono e curiosità, abbiamo incontrato i partecipanti per scoprire se anche nel Principato la teoria trova conferma.

Rokethon: la Principessa Charlène e Harley complici in una domenica solidale

Jérémy e Chiro: “Folle al 1000%”

Jérémy, accompagnato da Chiro, cinque anni, adottato presso la SPA di Monaco

Jérémy e Chiro © Monaco Tribune – @sundaria_art

“Per niente, è completamente folle!” protesta Jérémy quando gli chiediamo se somiglia al suo cane Chiro, cinque anni, adottato alla SPA di Monaco. Eppure, ascoltandolo descrivere il carattere del suo compagno, le somiglianze emergono da sole: “Quando è felice, lo è al 1000%, e quando è triste, è triste al 1000%”. Un temperamento estremo, tutto o niente, che sembra riflettere anche la sua personalità. “Come lei?” chiediamo. “Sì, diciamo di sì”, ammette sorridendo. Adottato a un anno, Chiro ha avuto un inizio difficile, ma oggi la sua vita è piena di passeggiate, corse e sessioni di agility. E non è solo: Jérémy ha accolto anche la sorella di Chiro, creando una piccola famiglia allargata che condivide la stessa energia contagiosa.

Cristina e Boo-Boo: un carattere in formazione

Cristina con Boo-Boo, quattro mesi, regalo di compleanno a sorpresa

Cristina e Boo-Boo © Monaco Tribune – @sundaria_art

A soli quattro mesi, Boo-Boo sta ancora costruendo la propria personalità. “Sta sviluppando il suo carattere”, racconta Cristina, che ha ricevuto il cucciolo in regalo dalla sua migliore amica per il compleanno. Per ora, i segnali sono incoraggianti: come la sua padrona, Boo-Boo è socievole, curioso e sempre pronto a uscire. “Adora stare all’aperto, incontrare gente”, spiega. Il loro passatempo preferito? Giocare a riportare la pallina al parco, naturalmente, circondati da altri cani. Lo studio tedesco sottolinea che le somiglianze tra cane e padrone si accentuano col tempo, modellate dalla convivenza. Tra qualche mese, Boo-Boo sarà probabilmente il riflesso perfetto dell’estroversione di Cristina.

La tribù di Tamara, Styl, Veronica e David: tre cani, tre personalità

La famiglia con Kira (rottweiler, un anno), Mini (American Bully, sette mesi) e Athéna (bulldog francese, quattro mesi e mezzo)

La tribù di Tamara, Styl, Veronica e David © Monaco Tribune – @sundaria_art

In questa famiglia, ognuno ha il proprio cane: Kira, una rottweiler di un anno, è timida e tranquilla; Mini, un American Bully di sette mesi, è completamente fuori di testa; Athéna, una bulldog francese di quattro mesi e mezzo, si colloca a metà strada. “Lei è timida e calma. Lei è matta. E lui… anche un po’ matto”, riassume Tamara descrivendo ognuno di loro. Quando chiediamo se i cani assomigliano ai loro padroni, i cenni di assenso sono unanimi. Curiosità: Kira, pur essendo una rottweiler, non è stata inserita nella categoria dei cani pericolosi al momento della registrazione. Questa famiglia vive all’unisono con i propri amici a quattro zampe, tra passeggiate collettive e gite nei boschi con altri padroni. Tre cani, tre specchi della stessa tribù.

Geraldine e Ninja: l’arte marziale in eredità

Geraldine con Ninja, quattro anni, nata l’11 novembre 2021

Geraldine e Ninja © Monaco Tribune – @sundaria_art

“È un ninja. Rapidissimo, scattante. A volte non so nemmeno dove sia, non si sente quando si muove”, racconta Geraldine. Per tenerlo d’occhio, ha dovuto mettergli un campanellino. Capace di correre dieci chilometri la mattina, Ninja incarna agilità e discrezione. “Le somiglia?” “Sì, assolutamente. La parte martial arts è decisamente anche mia”, risponde ridendo. Ninja ha anche accompagnato Geraldine in un percorso di guarigione personale. “Senza di lui, il mio viaggio di rinascita non sarebbe stato facile”, confida. In questo caso la somiglianza va oltre l’aspetto fisico: sono vere anime affini.

Carina e Kelly: il passaggio di testimone tra generazioni

Carina con Kelly, bassotto di sette mesi, inizialmente scelto da sua figlia

Carina e Kelly © Monaco Tribune – @sundaria_art

“In realtà, è la cagnolina di mia figlia”, racconta Carina. La figlia, 19 anni, tra università e stage non ha potuto occuparsene e Kelly è così rimasta “dalla nonna”. Forse era destino, perché oggi Carina ammette di assomigliarle più di quanto pensasse. “A quattro mesi già ringhiava quando vedeva altri cani. Ha un bel caratterino”. A casa, Kelly impara dalla “nonna” canina, l’anziana compagna a quattro zampe di 13 anni di Carina, ormai malata. Tra passeggiate quotidiane e lezioni di obbedienza, Kelly sta diventando il piccolo riflesso del temperamento deciso della sua padrona.

Maria e Jady: eleganza allo stato puro

Maria con Jady, femmina di quattro anni e mezzo, proveniente da Mosca

Maria e Jady © Monaco Tribune – @sundaria_art

Se esistesse l’aristocrazia dei cani, Jady ne farebbe sicuramente parte. “È molto tranquilla, solitaria. Le piace stare al centro dell’attenzione, ma non salta mai addosso alla gente. Si siede e sembra quasi una decorazione”, racconta Maria, la sua padrona. “Sembra un’elegante principessina”. Arrivata da Mosca insieme a Maria, Jady era una cucciola malata in cerca di casa. Oggi, trilingue (russo, francese, italiano), accompagna Maria ovunque: centri commerciali, bar, ristoranti. “Avete caratteri simili?” “MOLTISSIMO”, risponde Maria senza esitazione. Eleganza discreta, dolcezza riservata, grazia naturale: non serve aggiungere altro.

Fiamma e Ritz: una seconda possibilità condivisa

Fiamma con Ritz, cinque anni, adottato in un rifugio in Puglia

Fiamma e Ritz © Monaco Tribune – @sundaria_art

Ritz arriva da lontano: da un rifugio di Trani, in Puglia, gestito dall’associazione La Zampa sul Cuore. “È matto, un po’ pazzerello, vuole sempre giocare, ma è ancora un po’ pauroso”, racconta Fiamma. Dopo cinque anni dall’adozione, i due sono inseparabili. “Viene sempre con me nei posti in cui posso portarlo. Siamo quasi sempre insieme, è il mio compagno”. Bilingue come la sua padrona, Ritz ha trovato la sua famiglia a Monaco. Dopo cinque anni di vita condivisa, la somiglianza è più che naturale.

Marie-Christine, Milka Massima von Märchenland e la causa peruviana

Marie-Christine con la madre, arrivate dalla Germania con Milka Massima von Märchenland, la loro cagnolina tedesca

Marie-Christine, Milka Massima von Märchenland © Monaco Tribune – @sundaria_art

Marie-Christine e sua madre sono arrivate dalla Germania appositamente per il Rokethon. Condividono molto più di un cane: condividono un impegno. Entrambe fanno parte di un gruppo che aiuta i bambini del Sud America e si occupano dei cani abbandonati in Perù, il loro Paese d’origine. “Nella mia città, mia figlia e io cerchiamo di aiutare i cani randagi”, spiega la madre di Marie-Christine. Milka Massima von Märchenland, il loro cane tedesco, è il simbolo vivente di questo impegno. Quando chiediamo se somigliano alla loro cagnolina, la risposta è immediata: “Sì, certo!” La madre aggiunge poi con dolcezza che è soprattutto il comportamento di Milka a riflettere quello di Marie-Christine. Un legame che supera confini e specie.


Il verdetto monegasco

La nostra mini-inchiesta al Rokethon conferma le conclusioni dei ricercatori tedeschi: a Monaco, come altrove, i cani finiscono per assomigliare ai loro padroni. Alcune somiglianze si notano subito, altre si costruiscono col tempo, forgiate dalla vita condivisa, dalle abitudini e dalle emozioni.

Ma al di là della curiosità scientifica, questi incontri ricordano una verità fondamentale: i nostri cani non sono semplici animali domestici. Sono membri a pieno titolo delle nostre famiglie, specchi delle nostre anime, testimoni silenziosi delle nostre gioie e delle nostre difficoltà. Meritano la nostra attenzione, il nostro tempo e il nostro amore incondizionato.

Perché se i cani finiscono per somigliarci, forse è perché diamo loro lo spazio per diventare ciò che sono davvero: non oggetti, ma esseri viventi, sensibili, capaci di assorbire e riflettere l’essenza di chi li ama. Prendersi cura di un cane significa anche plasmare, senza accorgersene, una piccola copia di sé, più fedele, più pura, più autentica.

Come ha ricordato Sylvia Sermenghi, l’abbandono è una sofferenza. Ma oltre alla lotta contro il maltrattamento, è importante celebrare la gioia di un legame unico: quello che trasforma due esseri distinti in una sola e inseparabile famiglia.