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Netflix: in arrivo documentario sulla morte misteriosa del banchiere Edmond Safra a Monaco

edmond lily safra
© DR

Netflix annuncia per il 17 dicembre l’uscita di “Murder in Monaco”, un documentario diretto da Hodges Usry che ripercorre uno dei casi di cronaca nera più clamorosi della storia del Principato.

Il 3 dicembre 1999, Edmond Safra, banchiere miliardario di origine siriana, moriva asfissiato in un incendio nel suo appartamento all’ultimo piano dell’edificio “La Belle Époque”, in avenue d’Ostende. Anche l’infermiera Vivian Torrente perse la vita nel dramma. Il finanziere, allora sessantasettenne e indebolito dal morbo di Parkinson, aveva venduto pochi mesi prima il suo impero bancario, in particolare la Republic National Bank of New York, a HSBC per 10,3 miliardi di dollari. Questa operazione a sorpresa, conclusa con uno sconto insolito, aveva suscitato numerosi interrogativi nel mondo della finanza internazionale e alimentato tensioni familiari attorno alla successione.

Una messinscena dal tragico epilogo

L’indagine individuò rapidamente in Ted Maher, un infermiere americano assunto da poco al servizio del banchiere, il responsabile del dramma. Ex militare delle forze speciali riconvertito in infermiere neonatale, Ted Maher lavorava per Safra da pochi mesi e godeva di uno stipendio particolarmente generoso.

Secondo la versione stabilita durante il processo, Ted Maher avrebbe dato fuoco a un cestino della carta posizionato sotto un allarme antincendio e inscenato un’aggressione per apparire come un eroe agli occhi del suo datore di lavoro. Si sarebbe procurato da solo ferite da taglio all’addome e alla coscia per avvalorare il suo racconto di un attacco da parte di due individui mascherati. L’infermiere avrebbe agito per gelosia nei confronti degli altri membri dell’équipe medica e per paura di perdere il proprio impiego redditizio.

Informato della presunta aggressione, Edmond Safra si rifugiò con Vivian Torrente in una stanza del suo appartamento messa in sicurezza. L’incendio si propagò ben oltre quanto Maher avesse previsto. Allertati verso le 5 del mattino, i soccorsi impiegarono diverse ore prima di raggiungere le vittime, anche perché le false dichiarazioni di Maher sulla presenza di assalitori armati orientarono l’intervento verso la ricerca di aggressori inesistenti. Safra e Torrente morirono per asfissia a causa dei fumi tossici.

murder in monaco

Confessioni, processo e controversie

Ted Maher confessò tre giorni dopo, il 7 dicembre 1999, ponendo fine a un periodo di intensa speculazione in cui erano circolate le ipotesi più svariate, dalla mafia russa ai terroristi palestinesi. L’infermiere fu giudicato nel novembre 2002 dal Tribunale penale di Monaco e condannato a dieci anni di carcere per incendio doloso con conseguenze mortali. Questo processo, definito dalla stampa regionale come il “processo del secolo”, attirò l’attenzione mediatica mondiale.

Il caso lasciò comunque in sospeso diverse domande che continuano ad alimentare i dibattiti. Perché i soccorsi impiegarono così tanto tempo per raggiungere le vittime in un Principato rinomato per la sua efficienza? Alcuni elementi del dossier non sono mai stati chiariti del tutto. Dopo aver scontato la pena, Ted Maher ha ritrattato le sue confessioni affermando che gli sarebbero state estorte, una versione contestata dalle autorità monegasche.

Nonostante la condanna, il caso continua a suscitare domande e speculazioni. Sono state ipotizzate connessioni con la mafia russa: Safra, nel 1998, aveva allertato le autorità americane e svizzere, così come l’FBI, riguardo a movimenti di fondi sospetti che rigurdavano somme del FMI e responsabili russi. Il banchiere aveva inoltre co-fondato nel 1996 Hermitage Capital Management con Bill Browder e Beny Steinmetz, un fondo d’investimento diventato importante in Russia e in seguito al centro del caso Sergei Magnitski.

Il trailer del documentario Netflix, pubblicato di recente, promette di esplorare queste diverse piste e di dare voce a svariati testimoni, tra cui Lady Colin Campbell. Il film si inserisce sulla scia delle produzioni “true-crime” che stanno registrando un successo crescente sulla piattaforma di streaming. Venticinque anni dopo i fatti, questa produzione riaccende l’interesse per un caso che non ha mai smesso di affascinare.