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Intervista

“Visualizzo solo la vittoria”: Charles Leclerc racconta il suo stato d’animo in vista del Gran Premio di Monaco

© Ufficio stampa Scuderia Ferrari

A pochi giorni dall’attesissimo Formula 1 Tag Heuer Grand Prix de Monaco, il pilota monegasco Charles Leclerc ha fatto due chiacchiere con la stampa locale, durante un’intervista all’ACM Lounge. Vincitore dell’ultima edizione sul circuito di casa, il ferrarista parla delle sue aspettative per il weekend, della preparazione, delle difficoltà del team dall’inizio della stagione e della sua relazione con il nuovo compagno di squadra, Lewis Hamilton.

Vincitore lo scorso anno del suo Gran Premio “di casa” dopo diverse edizioni sfortunate, Charles Leclerc arriva al 2025 con un ruolo ben diverso: quello del campione in carica.

Arrivi a Monaco con 61 punti e un solo podio a Jeddah. Com’è il tuo bilancio di questo inizio stagione?

Sinceramente? È negativo. Non siamo affatto soddisfatti del livello della macchina. Abbiamo chiuso l’anno scorso lottando per il titolo Costruttori, quindi avevamo grandi ambizioni per questa stagione. Stiamo lavorando al massimo per recuperare le prestazioni perse rispetto a McLaren e Red Bull, soprattutto.

Alla luce di questo inizio difficile, ti accontenteresti di un podio nel weekend?

Io punto solo alla vittoria. Il podio non è un obiettivo che mi emoziona particolarmente. Da diversi GP soffriamo nelle curve lente, e purtroppo Monaco è fatto solo di curve lente. Quindi mi aspetto un weekend complicato. Ma allo stesso tempo, è un tracciato così particolare e unico che magari la macchina potrebbe sorprenderci rivelando qualcosa che scopriremo solo qui.

Questo sarà il tuo settimo Grand Prix di Monaco in F1, ma il primo da campione in carica. Ti senti più rilassato o più sotto pressione?

Né l’uno né l’altro, in realtà. La cosa positiva è soprattutto il media day del giovedì. Gli anni passati finivano sempre male, l’anno scorso invece è andata come speravo. Anche se ormai sono abituato, resta comunque un weekend molto speciale, anche perché la settimana è piena di impegni. Spero davvero di ripetere il risultato dell’anno scorso.

Dopo il tuo successo, Fred Vasseur ha detto: “Ci sarà un Charles prima e dopo il GP di Monaco”. Cosa ha cambiato quella vittoria?

Vincere a Monaco ti dà fiducia, perché su questo circuito il pilota può davvero fare la differenza. Dopo tante occasioni mancate, me la sono goduta appieno. È una vittoria che ti sblocca: ti libera dal dubbio, ti fa dire “ok, posso farcela di nuovo”.

Hai conquistato tre pole position a Monaco negli ultimi quattro anni. Da cosa nasce questa sintonia con il circuito?

Amo i tracciati cittadini. Non solo Monaco, anche Baku o Singapore. Sono circuiti che mi piacciono particolarmente perché quando ci sono i guardrail, è lì che puoi rischiare un po’ di più. Spesso paga, a volte no e sei fuori dai giochi. È una sfida che adoro, perché nelle qualifiche puoi davvero fare la differenza come pilota. Spero di riuscirci ancora quest’anno.

“I commissari di pista di Monaco sono eccezionali”

Di recente ti abbiamo visto nel documentario di Canal+, “Les Anges Gardiens de Monaco”. Si percepisce un forte legame con i commissari di pista. Sono davvero i migliori al mondo, come dici nel film?

I numeri parlano chiaro: recuperano le auto in tempi record. Senza di loro, niente di tutto questo sarebbe possibile. Sono eccezionali, lavorano sodo. Ho visto con i miei occhi la loro preparazione per arrivare a questo livello ed è davvero impressionante. Non credo ci siano commissari, almeno negli altri circuiti, preparati quanto quelli di Monaco.

Hai notato dei cambiamenti a Monaco da quando sei in Formula 1, soprattutto in termini di popolarità? Spostarti è diventato più complicato? Ti disturbano di più?

All’inizio, quando sono arrivato in Formula 1, ero piuttosto tranquillo. Poi è arrivata la serie Drive to Survive su Netflix, che ha fatto esplodere la popolarità della F1. Non solo a Monaco, ma ovunque nel mondo, soprattutto negli Stati Uniti e tra un pubblico molto più giovane del solito.

“Ci crederò fino alla fine”

L’inizio di stagione non è stato all’altezza delle tue aspettative. Con la vostra posizione attuale nel campionato costruttori e piloti, in cosa speri ancora? A questo punto, una bella stagione 2025, che aspetto potrebbe avere?












Non ci ho pensato troppo, perché per me è semplicemente impossibile dire che una bella stagione sarebbe finire quarti, terzi, eccetera… Sinceramente, io ci crederò fino alla fine che sia possibile. L’anno scorso, la Red Bull era stra-dominante nelle prime sette gare, e poi la McLaren è tornata prepotente. Spero che anche noi potremo ribaltare la situazione a partire da Barcellona. In Spagna ci sarà un cambiamento a livello di regolamento tecnico sugli alettoni, su cui abbiamo lavorato parecchio. Dovrebbe essere un vantaggio per noi, ma resta tutto da vedere. Bisogna portare a casa tutti i punti possibili fino a Barcellona.

“Io e Lewis stiamo spingendo Ferrari nella stessa direzione”

L’arrivo di Lewis ha portato un bel cambiamento in casa Ferrari. Per te è cambiato qualcosa all’interno del team? Senti meno pressione sulle spalle, o forse ancora di più?

Non è cambiato assolutamente nulla per me. È una grande opportunità per imparare, perché lui è una leggenda della Formula 1. Ma mi dà anche un motivazione enorme ed è una chance per dimostrare cosa so fare, avendo Lewis accanto sulla stessa macchina.

Che tipo di compagno di squadra è Lewis Hamilton? Cosa hai imparato finora lavorando al suo fianco?

La disciplina e il modo di lavorare. Carlos era anche lui un gran lavoratore, ma Lewis lo è in modo diverso, e trovo molto interessante osservare le dinamiche all’interno del team. Come gestisce i problemi? Come commenta la macchina per lo sviluppo? È sempre utile per un pilota analizzare come il proprio compagno lavora con gli ingegneri.

Ha un talento incredibile e uno stile di guida molto interessante, che anche io posso adottare in certi momenti della gara, quando serve. Abbiamo uno stile abbastanza simile. Spingiamo entrambi in ingresso curva. Credo che sia positivo anche per la scuderia, perché c’è una direzione ben chiara in cui stiamo andando entrambi.