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Sviluppo sostenibile: 5 punti chiave della conferenza sulla transizione energetica di Monaco

Transition énergétique développement durable Monaco
Camille Esteve - Patricia Cressot (à gauche)

L’8 ottobre, Annabelle Jaeger-Seydoux, direttrice della Missione per la transizione energetica del governo monegasco, ha tenuto una conferenza per l’MWF Institute sulle azioni intraprese dal Principato per promuovere lo sviluppo sostenibile.

Eliminare la plastica

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Considerata la principale fonte di emissioni di CO2 nel Principato, la plastica è una delle questioni più importanti da affrontare, sia Monaco che nel resto del mondo. Secondo l’Inventario nazionale (francese) 2021 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, il 24% delle emissioni di gas serra deriva dalla combustione dei rifiuti di plastica. Secondo Annabelle Jaeger-Seydoux, l’obiettivo primario è quello di trovare alternative alla plastica, così da limitarne anche la quantità di rifiuti. Le difficoltà principali nel ridurre la plastica, secondo lei, sarebbero legate alla pressione dei consumatori e a quella delle normative. Un primo passo per ridurre questo rifiuto particolarmente inquinante è quello di vietare la plastica monouso sia per i consumatori che per le industrie.

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Ridurre e smistare i rifiuti

Oltre alla questione plastica, anche lo smistamento e la riduzione dei rifiuti sono argomenti importanti della transizione energetica. Per sensibilizzare i monegaschi e renderli consapevoli di dove vanno a finire i loro rifiuti, Annabelle Jaeger-Seydoux invita i cittadini a visitare i locali dell’azienda Paprec, un centro di smistamento a Cannes. È stato, tuttavia, sollevato un problema: a causa del cattivo funzionamento di alcuni centri di smistamento, per diversi anni i governi europei hanno spedito i loro rifiuti non smistati in Asia, fino a quando i paesi asiatici, sommersi dai nostri rifiuti, hanno finalmente detto “stop”! Nonostante, da allora, i malfunzionamenti dei centri di smistamento non siano ancora stati risolti, Annabelle Jaeger-Seydoux invita i cittadini non solo a continuare la raccolta differenziata a casa, ma, soprattutto, a limitare la produzione di rifiuti:Il problema deve essere affrontato alla base”, afferma.

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Riparare invece di riacquistare

Un modo per ridurre i rifiuti è quello d’incoraggiare a riparare gli oggetti non funzionanti, piuttosto che buttarli via e comprarne di nuovi. Ma in un’epoca in cui il consumismo ha raggiunto i suoi massimi livelli, i negozi che permettono di dare una seconda vita ai nostri oggetti di uso quotidiano sono sempre più rari. A tal proposito, a fine novembre si terrà la settimana della riduzione dei rifiuti: Monaco prevede di pubblicare una mappa con i commercianti che offrono servizi di riparazione sulla Rocca. L’appello sarà trasmesso a breve e, in collaborazione con il comune, è in programma una “riparathon”, ovvero una giornata dedicata alla riparazione degli oggetti.

Guidare elettrico

Tra le altre azioni concrete intraprese dal Principato, c’è quella d’incoraggiare la mobilità elettrica sulla Rocca. Dal 1994, il Governo del Principe offre una sovvenzione del 30% sull’acquisto di un veicolo elettrico a Monaco. Questo genere di auto, inquina sicuramente di più nel processo produttivo, ma riduce drasticamente le emissioni di gas serra sul lungo termine. “Sono problemi che dovremo affrontare e risolvere”, ammette Annabelle Jaeger-Seydoux, riferendosi in particolare alle batterie e alla fine del ciclo di vita dei veicoli elettrici. Questo, però, non vuol dire restare legati a un’economia improntata sul carbonio. il Governo del Principe ha poi voluto rassicurare i consumatori riguardo questa transizione, affrontando le domande e le risposte presenti sul suo sito web. Per coloro che non possono permettersi di cambiare subito auto, la piattaforma di carpooling lanciata a Monaco durante la pandemia può essere un altro modo per ridurre l’impatto di carbonio.

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Calcolare la propria impronta di carbonio

Per spingersi ancora più avanti nel processo di transizione energetica, il Principato offre la possibilità ai privati, alle imprese e alle associazioni di calcolare l’impatto del loro stile di vita sull’ambiente. Inoltre, impegnandosi a ridurre le sue emissioni di gas effetto serra del 55% entro il 2030 (rispetto al 1990) e a raggiungere la carbon neutrality entro il 2050, il governo del Principe ha creato il Patto nazionale per la transizione energetica. Dal 2016, tutti, sia a titolo individuale che collettivo, possono firmare il patto online e impegnarsi a ridurre le loro emissioni di gas serra per combattere il riscaldamento globale. Come ci tiene a ricordare Annabelle Jaeger-Seydoux:Lo sviluppo sostenibile è una sfida globale ambiziosa e complessa. È necessaria una risposta collettiva. Qual è la domanda? Siamo noi.”

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