U Cavagnëtu: la Principessa Charlène, il Principe Alberto II e il popolo monegasco celebrano i colori delle loro tradizioni
Sabato sera i monegaschi si sono riuniti al Parco Princesse Antoinette per il tradizionale picnic annuale insieme alla Famiglia Principesca.
L’odore di barbecue è ancora nell’aria di questa calda fine estate. Nel Parco Princesse Antoinette, gli ultimi ospiti stanno ripiegando le tovaglie a scacchi, mentre si sente ancora l’eco del Madison che ha fatto ballare tre generazioni di monegaschi. U Cavagnëtu ha mantenuto la sua promessa riunendo quasi 1.000 partecipanti, secondo il Comune di Monaco.
“Canzoni, danza, lingua, gastronomia: celebriamo l’identità monegasca nella sua interezza. È una festa che risale al 1931 e che è stata ripresa dal sindaco Anne-Marie Campora nel 1991”, afferma il sindaco Georges Marsan, visibilmente soddisfatto dell’eccezionale affluenza. Nel suo abito blu, il sindaco cammina tra le bancarelle, salutando le famiglie sistemate tra le aiuole verdi, con i loro cestini ricolmi di cibo.
La Famiglia Principesca presente
Poco prima delle 18:30, il Principe Alberto II, la Principessa Charlène e i loro figli, Jacques e Gabriella, sono entrati nel parco sulle note dei mandolini e tra i costumi tradizionali dai colori vivaci. Sotto gli occhi vigili della Famiglia Principesca, i ballerini della Paladienne hanno iniziato a volteggiare. “Wow!”, ha esclamato una spettatrice commossa, prima che scoppiasse un applauso proprio alla fine dello spettacolo.
Tra le ballerine c’è anche Noémie Albanese, alla sua terza partecipazione a U Cavagnëtu, con indosso una corolla a righe bianche e rosse. La giovane danzatrice de La Palladienne, pur con un po’ di timore del palcoscenico, non nasconde l’orgoglio: “Dovevo eseguire un passo di danza e fare da guida agli altri. Ero un po’ tesa, ma è stato un momento indimenticabile”.


Il profumo della torta salata monegasca e della socca
Dopo la tradizionale messa, celebrata da un rappresentante dell’Arcidiocesi di Monaco, iniziano a formarsi le code davanti agli stand gastronomici. Torta slata monegasca, socca dorata a puntino e barbagiuans croccanti: il menù delle specialità locali si preannuncia davvero appetitoso. “Anche quest’anno il sindaco del comune gemello di Monaco, Dolceacqua, è venuto personalmente a preparare le sue famose frittelle di baccalà”, conferma Georges Marsan con un sorriso.
Seduti attorno a un tavolo all’ombra di un ombrellone, amici e familiari condividono il loro picnic. “Prima non venivamo mai, ma ormai sono diversi anni che torniamo: U Cavagnëtu è diventato una sorta di rito”, racconta uno di loro. “I bambini giocano insieme, perché qui si conoscono tutti. È l’ultimo momento di respiro prima dell’inizio della scuola lunedì”.





La graduale appropriazione della tradizione da parte dei nuovi partecipanti dimostra la vitalità di U Cavagnëtu. Tra loro c’è Alexis Bonot, imprenditore monegasco arrivato con la sua giovane famiglia, che per il picnic ha fatto la “scelta tattica della socca”, felice di ritrovare amici e conoscenti. Suo figlio Théodore, alla sua prima volta all’evento, ha ammesso di aver apprezzato più gli animali del parco che le danze popolari!
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Accanto allo stand dell’associazione Les Petits écoliers de Monaco, un gruppetto di bambini è intento a dipingere “piccoli panierini in rosso e bianco”, racconta la responsabile del laboratorio. “Ognuno porta a casa la propria fougasse dentro al cestino e un’etichetta con il nome sul retro”. Novità di quest’anno, un photobooth all’ingresso, così che le famiglie possano portare a casa un ricordo tangibile dell’evento.
Un forte simbolo di identità
Verso le 20, l’atmosfera cambia. Sulla pista da ballo improvvisata, i membri del governo aprono le danze popolari. Presto si uniscono le famiglie, dando vita a un Madison vivace che trascina giovani e anziani in un momento di autentica comunione.
Poco distante, Roberta, ex assistente di cura oggi ottantenne, osserva con gli occhi che brillano. Frequentatrice abituale del picnic, racconta con emozione: “Questa atmosfera che unisce le generazioni è fantastica. E l’orchestra è così talentuosa! Questa sera sono particolarmente commossa perché la Principessa mi ha toccato la mano”.





Per Georges Marsan, sindaco di Monaco, l’evento è molto più di un semplice intrattenimento: “È l’unico momento dell’anno, forse insieme alla Festa Nazionale, in cui i monegaschi si ritrovano insieme alla Famiglia Principesca”.
Una tradizione che diventa così un forte simbolo di identità locale, tanto più significativo in un Principato in continua trasformazione. Marsan coglie anche l’occasione per ricordare alcune date importanti: “Abbiamo atteso vent’anni la nuova mediateca, che riaprirà le sue porte l’11 dicembre. E soprattutto la riapertura del Giardino Esotico, prevista per il 20 ottobre”.
Con il calare della sera al Parco Princesse Antoinette, il Principe Alberto II, come da tradizione, rompe con il pugno la fougasse monegasca. Poi, lentamente, le famiglie raccolgono le proprie cose. I bambini corrono ancora tra gli alberi, assaporando gli ultimi momenti di libertà prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.








