Kévin Garcia al Cap Estel: l’alchimia perfetta tra forza silenziosa e ambiente da sogno

Nel silenzio ovattato del Cap Estel, incastonato tra il mare e gli scogli, Kévin Garcia dirige una sinfonia gastronomica dove ogni nota risuona con la serenità del luogo e l’eccellenza dell’uomo.
Basta varcare la soglia della cucina per cogliere l’essenza dello chef: nel cuore del servizio, in questo tempio culinario pervaso da un’armonia quasi paradisiaca, Garcia si muove con la precisione di un direttore d’orchestra. Niente urla, niente agitazione, solo concentrazione assoluta e quella “forza silenziosa” che ama definire la sua firma personale.
Una calma autentica, che allo chef alsaziano di 38 anni viene naturale. Forgiato dalla disciplina tedesca della sua terra natale, Garcia esalta i sapori mediterranei attingendo dalle origini spagnole paterne. Adepto di Jean-Yves Schillinger al JY’S di Colmar, ha poi proseguito la sua carriera con Joël Robuchon a Parigi, prima di continuare il suo percorso con Frédéric Anton al Pré Catelan e diventare infine Executive chef del Jules Verne, ristorante sopra la Tour Eiffel.
«Quando arrivo al lavoro al mattino, non ho alle spalle due ore passate sui mezzi di trasporto. Questo, inevitabilmente, dona una certa serenità», confida mentre guarda il mare dalle cucine. Un legame profondo con il luogo, che si riflette in ogni piatto.

Due giardini per una cucina unica
La filosofia culinaria di Kévin Garcia si basa su un concetto affascinante: Cap Estel possiede due giardini. Il primo è quello “terrestre”, dove crescono basilico, dragoncello, menta e levistico al sole della Costa Azzurra. Il secondo è il giardino del mare, che si apre davanti all’hotel e regala pesce freschissimo. «Vedo il prodotto uscire dall’acqua», racconta entusiasta lo chef, che ha un rapporto diretto con i pescatori locali.
Nel menù, infatti, i prodotti del mare sono protagonisti assoluti. I gamberoni, ad esempio, vengono serviti in consommé di pomodoro e basilico oppure arrostiti con sofrito al dragoncello. Una valorizzazione totale dell’ingrediente – teste per la salsa, carapaci per il fondo, polpa per il piacere – in una cucina “chiara e leggibile”, come lui stesso la definisce.
La palamita viene accompagnata da condimenti marini e da una crema di riso tostato con caviale Osciètre, mentre il pescato del giorno è grigliato e servito con carciofi spinosi alla barigoule. Ogni piatto racconta il Mediterraneo con una sincerità disarmante.
Dolci che lasciano il segno
Se i piatti salati conquistano per il loro carattere mediterraneo, i dessert firmati da Kévin Garcia e dal suo pastry chef Vincent Delhomme sono dei veri colpi di genio. La fragola è protagonista in una tartelletta croccante al pepe di Timut che regala un’esplosione di sapori… ed è anche senza zucchero! Ma è “Le Gingembre” a sorprendere davvero: un dessert audace che unisce zenzero, sedano e misho – un frutto giapponese rarissimo in Francia – in una creazione fresca e originale perfetta per concludere il pasto.
«Questo dessert l’ho chiamato appositamente ‘gingembre’ (zenzero)» sorride Garcia. «Alla fine, tutti restano sorpresi, ma positivamente».

L’arte dell’accoglienza, senza ostentazione
Cenare a La Table du Cap Estel significa lasciarsi trasportare in un luogo incantato dove si mangia letteralmente sotto le stelle – un privilegio raro sulla Costa Azzurra dove il cielo è spesso offuscato dall’inquinamento luminoso. Tra scogli e mare, in questa penisola privata, il tempo sembra fermarsi.
Il servizio in sala, impeccabile e discreto, guida i commensali con eleganza in un’esperienza sensoriale completa. E per chi non beve alcol, la carta propone anche una selezione di champagne analcolici, una scelta in linea con le nuove tendenze di consumo responsabile.

L’ambizione di una nuova stella
Dopo le due stelle Michelin conquistate al Jules Verne, Kévin Garcia ha un obiettivo preciso per Cap Estel: «diventare uno degli indirizzi gastronomici imperdibili della Costa Azzurra». La strategia? Tempo, fidelizzazione della clientela locale oltre il turismo di passaggio e visibilità per un gioiello ancora troppo poco conosciuto.
Chef dei due ristoranti dell’hotel, Garcia dirige sia La Table che Le Ficus, il ristorante conviviale e stagionale della casa. «Al Ficus la cucina è più istintiva, generosa. Si basa sul prodotto, null’altro », spiega. « È una tavolata tra amici, con la cucina alla brace che ricorda i barbecue di famiglia, in contrasto con l’esperienza più raffinata di La Table».
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«Molti pensano che sia riservato solo ai clienti dell’hotel», osserva con un po’ di rammarico. «In realtà, siamo aperti al pubblico tutto il giorno». Un’apertura che potrebbe trasformare rapidamente Cap Estel in una delle mete più ambite tra Monaco e Nizza?
Informazioni utili:
Menu degustazione: 5 portate – 185 € / 7 portate – 220 €
Abbinamento vini: 85 € (5 calici) / 115 € (7 calici)
Prenotazioni: 04 93 76 29 29
Indirizzo: Cap Estel – 1312 Avenue Raymond Poincaré, 06360 Èze-Bord-de-Mer