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10 milioni di dollari per salvare le barriere coralline

Adattamento del corallo degli abissi
Unsplash

Il 28 gennaio, il Global Fund for Coral Reef (GFCR) ha annunciato la partecipazione al fondo mondiale per la barriera corallina della Germania, tramite la Paul G. Allen Family Foundation, e del Principato, con la Fondazione Principe Alberto II di Monaco. Un impegno che si traduce in un contributo totale di oltre 10 milioni di dollari.

Le barriere coralline permettono la sopravvivenza di circa un miliardo di persone nel mondo. Eppure, sono uno degli ecosistemi più in pericolo del pianeta. A causa del cambiamento climatico, della pesca intensiva e delle crescenti pressioni locali, la metà di questo ricco ecosistema è già scomparsa. Tuttavia, questo declino può essere ancora arrestato se agiamo tempestivamente con progetti collaudati su larga scala.

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Ed è questo l’obiettivo degli investimenti della Paul G. Allen Family Foundation, ma anche di quelli della Fondazione Principe Alberto II. Questi, infatti, segnano il lancio di una campagna di raccolta fondi che terminerà in occasione della COP26, prevista a Glasgow a novembre 2021.

L’istituzione di un “Fondo mondiale” destinato alle barriere coralline è un passo fondamentale verso la salvaguardia di questi ecosistemi

Dott. Gerd Müller, Ministro federale tedesco alla cooperazione economica e allo sviluppo.

Il Fondo mondiale: un approccio intelligente per raccogliere diversi finanziamenti

Il fondo raccoglierà finanziamenti sia pubblici sia da associazioni benefiche per raggiungere un obiettivo comune: la salvaguardia delle barriere coralline. Questo sistema nasce in occasione di un seminario organizzato nel 2018 dal Principato di Monaco, dalla Fondazione Principe Alberto II di Monaco e dalla Paul G. Allen Family Fondation.

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In seguito, l’incontro si è trasformato in una collaborazione mondiale tra Stati membri (Germania), organizzazioni benefiche (la Fondazione Principe Alberto II di Monaco e la Paul G. Allen Family Fondation), agenzie delle Nazioni Unite (UNDP, UNEP e UNCDF) e alcune istituzioni finanziarie (BNP Paribas e Mirova).

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