Aleksej Fedoricsev: nell’inferno di un presunto attacco commerciale
Aleksej Fedoricsev, presidente dell’AS Monaco Basket dal 2022, è noto a Monaco per il suo ruolo sportivo. In Ucraina, però, è famoso anche per aver fondato la società TIS, proprietaria di terminal per cereali a Odessa.
Oggi l’uomo d’affari si trova al centro di una doppia notizia. Se sul versante sportivo, il Monaco si sta affermando come club di riferimento in Europa, sul versante personale, il manager sta affrontando un complesso caso legale in Ucraina che è arrivato fino in Italia.
Un caso di 10 anni fa
Alla fine di luglio, il proprietario dell’AS Monaco Basket, Aleksej Fedoricsev, ha fatto notizia sulla stampa italiana. Il quotidiano fiorentino La Nazione titolava “Chi è il magnate russo Alexey Fedorychev“, mentre Il Giornale si è soffermato sui beni di lusso sequestrati a Fedoricsev: “Un castello in Toscana e 41 milioni di euro. Sequestro record all’oligarca Fedorychev“. Anche La Repubblica ha parlato dei “41 milioni di euro di beni sequestrati a Firenze a un imprenditore russo su richiesta di Kiev“.
Tutti lo dipingono come un oligarca russo che ha fatto fortuna in Ucraina con un patrimonio stimato in un miliardo di euro, di cui 41 milioni sono stati sequestrati dalla magistratura italiana su richiesta della Procura anticorruzione di Kiev, per cui è sospettato di corruzione, frode e riciclaggio di denaro e ha chiesto il congelamento dei suoi beni per tutta la durata delle indagini.
Il caso che è stato riaperto in Italia, in realtà risale al 2014. In Ucraina, gli inquirenti hanno effettuato 60 sequestri di beni di sua proprietà, ma ogni volta la Corte d’Appello ucraina ha respinto i sequestri e ne ha ordinato il dissequestro.
Dopo averlo contattato, il signor Fedoricsev ha deciso di riceverci in presenza del suo legale, l’avvocato Zabaldano. Il signor Fedoricsev sostiene di essere vittima di un attacco commerciale. Sembrerebbe che questa pratica sia comune nei Paesi dell’ex blocco dell’est, tra cui l’Ucraina, e che sia finalizzata a ricattare alcuni individui facoltosi sfruttando il sistema giudiziario penale. Questo tipo di molestie giudiziarie viene utilizzato per estorcere denaro minacciando un’azione penale e la detenzione. In concreto, Fedoricsev sarebbe sottoposto a pressioni giudiziarie attraverso la redazione di una serie di casi fasulli che potrebbero portarlo a essere detenuto nelle carceri ucraine, in modo da indurlo a cedere e consegnare gratuitamente la sua preziosa azienda.
Un “business plan criminale”
Fedoricsev racconta di aver ricevuto nel 2017 una lettera contenente “un vero e proprio business plan criminale” in cui gli si chiedevano 25 milioni di dollari per evitare l’intervento del sistema giudiziario ucraino che avrebbe esercitato pressioni e sequestrato i beni di Fedoricsev. All’epoca non prestò attenzione all’accaduto. Tuttavia, secondo Zabaldano, le pressioni si sono intensificate. È stata aperta un’indagine penale che accusa Fedoricsev di aver corrotto, attraverso ex dipendenti della sua azienda, l’ex presidente della State Food and Grain Corporation of Ukraine (SFGCU), uno dei principali esportatori di cereali di proprietà dello Stato, per un ammontare di 660.000 dollari. Secondo La Nazione, Fedoricsev è anche sospettato di “non aver mai pagato alla Sfgcu il grano ottenuto per un totale di oltre 60 milioni di dollari, e di riciclaggio per aver reinvestito questi soldi in beni di lusso e società con sede in paradisi fiscali”.
Di fronte a questa situazione, la difesa ci ha detto di aver presentato tre denunce in Ucraina nel 2018 e un’altra a Monaco il 13 gennaio 2023 contro i presunti autori e complici dell’attacco commerciale. Grazie a queste denunce i servizi giudiziari ucraini sono riusciti a intercettare diversi sospettati nel caso. Oggi, l’avvocato sostiene di essere in possesso di trascrizioni di registrazioni che provano il coinvolgimento dei sospettati. Il principale di essi avrebbe ammesso i suoi intrighi, in particolare “utilizzando regolarmente la firma del signor Fedoricsev” su documenti falsi. Lo stesso avrebbe anche ammesso di aver speso 2,4 milioni di dollari per corrompere gli investigatori ucraini.
La vicenda italiana
I nuovi sviluppi in Italia sarebbero una conseguenza dell’estradizione dell’ex presidente della SFGCU dalla Lituania, dove si trovava all’epoca. Secondo la difesa, egli sarebbe stato “costretto a fornire prove incriminanti” contro Fedoricsev al suo arrivo nelle carceri ucraine. Secondo una decisione del Tribunale amministrativo regionale di Vilnius del 16 novembre 2020, condivisa con Monaco Tribune dal team legale di Fedoriscev, durante la permanenza in Lituania quest’ultimo aveva denunciato di essere stato minacciato: se non avesse accettato di accusare Fedoricsev una volta tornato in Ucraina avrebbe subito delle conseguenze. Ai sensi della Convenzione europea del 1959, questi nuovi elementi avrebbero permesso agli istigatori dell’attacco commerciale di chiedere l’assistenza dell’Italia per sequestrare i beni dell’imprenditore, così da continuare il loro ricatto. In questo modo, gli inquirenti sono riusciti a ottenere all’estero ciò che la Corte d’Appello di Kiev aveva rifiutato decine di volte per motivi legali. “L’Italia non deve preoccuparsi del merito del caso, è una questione che riguarda le indagini ucraine. La procedura di mutua assistenza è solo formale”, spiega Zabaldano, giustificando il fatto che l’Italia abbia accettato di sequestrare i beni senza esaminare il caso nel dettaglio.
In relazione a questo attacco commerciale, la difesa ha anche denunciato una campagna mediatica volta a infangare la reputazione di Fedoricsev, dipingendolo come un oligarca russo. Su questo punto, la difesa afferma che Fedoricsev non è né russo né un oligarca. È vero che l’imprenditore è nato in URSS, ma dopo la caduta del blocco sovietico, Fedoricsev non ha mai richiesto la cittadinanza russa, ma ha ottenuto quella ungherese. Per quanto riguarda l’accusa di essere un oligarca, Fedoricsev sostiene di aver iniziato dal nulla, acquistando solo un appezzamento di terreno vergine sulla costa del Mar Nero, a Odessa, dove c’era solo la torba, prima di costruire il terminal di cereali che gli ha reso la sua fortuna.
Una solida difesa
Per costruire una solida difesa, Zabaldano si è rivolto a diversi esperti per dimostrare l’innocenza del suo cliente. Tra questi, Judith Pallot, professoressa emerita dell’Università di Oxford ed esperta di giustizia penale e sistemi carcerari nei Paesi europei ex comunisti, ha redatto una relazione dettagliata che spiega “i problemi strutturali della giustizia in Ucraina e quelli specifici del caso del signor Fedoricsev”, mostrando tutti i segni di un attacco commerciale e di un abuso di processo.
Oggi, il signor Zabaldano ci spiega come questa nuova pressione che arriva dall’Italia sia il frutto della crescente visibilità mediatica di Fedoricsev in seguito all’acquisto del Roca Team. Zabaldano sostiene che il suo cliente non si è mai nascosto da niente e da nessuno, come dimostrano le sue numerose apparizioni sui media. L’uomo d’affari ha aggiunto: “Sono un gentiluomo all’antica. Sono arrivato qui nel 92-93 e non ho mai cambiato indirizzo. Mi conoscono tutti. Negli ultimi 10 anni ho fatto molti investimenti a Monaco. I miei genitori sono sepolti nel Principato e Monaco è diventata la mia terra d’origine”.
In Ucraina sono attualmente in corso diverse indagini giudiziarie, alcune delle quali basate su denunce presentate da Fedoricsev.