Sfruttamento della prostituzione a Monaco: il Sass’ Café condannato in appello

La Corte d’Appello di Monaco ha ribaltato la sentenza di primo grado, condannando lo storico locale della Principato e i suoi dirigenti a pene detentive con sospensione.
Lunedì 5 maggio 2025, la Corte d’Appello penale di Monaco ha emesso il suo verdetto nel procedimento per sfruttamento della prostituzione che coinvolge il Sass’ Café, celebre locale notturno della città. Il gestore Samuel Trèves, detto “Samy”, e il suo ex direttore Pascal Cotillon, assolti in primo grado nel maggio 2024, sono stati entrambi condannati a un anno di reclusione con sospensione condizionale. Anche la società SARL Sass’ Café è stata condannata al pagamento di una multa di 18.000 euro.
La sentenza arriva al termine di un’indagine condotta dalle autorità francesi e monegasche, avviata nel 2020, secondo cui il locale avrebbe messo in atto “una politica istituzionalizzata” per le lavoratrici del sesso presenti nel locale. L’accusa ha sostenuto che “la prostituzione era gestita e monitorata tramite un software, che prevedeva la sigla T per ‘travailleuses’ (lavoratrici), con quote e tariffe d’ingresso”.
Anche alcuni dipendenti condannati
Tre ex dipendenti del Sass’ Café sono stati anch’essi condannati a pene detentive con sospensione: 18 mesi e 3.000 euro di multa per Konan Thierry D., 12 mesi e 2.000 euro per Jérémy C., e 4 mesi e 1.000 euro per Assia A. Le pene sono in linea con quelle emesse in primo grado.
Una delle imputate, Veronika M., che non aveva legami diretti con il locale, è stata invece condannata a 8 mesi di carcere senza sospensione e a una multa di 100.000 euro, per aver affittato senza contratto e dietro pagamento in contanti diversi suoi appartamenti a lavoratrici del sesso.
Un caso che solleva alcuni interrogativi
Commentando la decisione, l’avvocato Antoine Vey, legale di Samuel Trèves e del Sass’ Café, ha dichiarato all’agenzia AFP: “È ingiusto che il Sass’ venga usato come capro espiatorio. Perché Samuel T. e il Sass’ sono stati perseguiti e non altri, quando a Monaco esiste una tolleranza istituzionalizzata, dato che la legge non vieta la prostituzione? Lo Stato di Monaco ora si farà causa da solo e si condannerà?”
L’avvocato ha annunciato l’intenzione di presentare vari ricorsi contro la sentenza.
Ricordiamo che il Sass’ Café, fondato trent’anni fa da Sassa Trèves, padre di Samuel Trèves, è uno dei luoghi simbolo della nightlife monegasca e ha anche locali a Dubai e in Arabia Saudita. Secondo quanto dichiarato dai responsabili, le lavoratrici del sesso oggi non sono più le benvenute nel locale.