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Allarme oceani: temperature da record nel 2020

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Unsplash

Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, il 2020 è l’anno che insieme al 2016 corre per la vittoria del record di anno più caldo dall’inizio dell’era industriale. Anche gli oceani hanno registrato temperature fuori dalla norma.

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Era dal 1955 che le temperature medie dell’oceano, tra la superficie dell’acqua e una profondità di 2.000 metri, non erano così elevate come quelle registrate quest’anno. Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori si sono basati su alcuni dati presenti all’interno di un database mondiale. Dalle loro osservazioni, risulta che gli oceani hanno assorbito 20 zettajoules (ZJ), ovvero 20 x 1021 joules in più rispetto al 2019.

Una quantità di calore sufficiente a far bollire 1,3 miliardi di bollitori contenenti 1,5 litri di acqua ciascuno. Anche l’Agenzia americana per l’osservazione oceanica e atmosferica ha notato un aumento della temperatura dell’oceano. Secondo MedECC, la rete di esperti sui cambiamenti climatici del Mediterraneo, questi dati potrebbero raddoppiare da oggi fino al 2100.

È evidente che il cambiamento climatico causato dall’uomo è potente quanto la forza della natura

Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione Metereologica Mondiale

Riconciliarsi con la natura

Alla fine del 2020, è iniziato il fenomeno climatico chiamato Niña, che tende a rinfrescare le acque in superficie nell’Est del Pacifico e provocare una leggere diminuzione della temperatura media del pianeta. Purtroppo però, ha avuto l’effetto inverso, mettendo anche in pericolo i coralli nelle profondità marine.

Data la situazione meteorologica estrema rivelata in tutte le regioni e in tutti i continenti, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, è arrivato alla conclusione seguente: “Ci stiamo dirigendo verso un aumento catastrofico della temperatura da 3 a 5°C nel corso del XXI secolo. La nostra missione deve essere quella di riappacificarci con la natura”.