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Caso Rybolovlev-Bouvier: l’epilogo è vicino?

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La decisione è attesa per il 27 febbraio 2025 © Monaco Tribune

Giovedì 5 dicembre, la Camera di Consiglio della Corte d’Appello di Monaco ha tenuto un’udienza per pronunciarsi sulla validità del procedimento d’inchiesta sul caso Rybolovlev-Bouvier. Il processo, che dal 2015 è stato segnato da colpi di scena giudiziari, potrebbe giungere a una conclusione decisiva il 27 febbraio 2025.

Il motivo? Una decisione emessa lo scorso giugno dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU). La CEDU ha stabilito che la perquisizione e l’utilizzo del telefono di Tetiana Bersheda, l’avvocato di Dmitri Rybolovlev, violavano l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

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Un conflitto privato diventato un caso internazionale

Tutto inizia nel 2015, con una denuncia penale sporta da Dmitri Rybolovlev contro Yves Bouvier, il suo consulente d’arte svizzero. Il presidente dell’AS Monaco lo accusava di avergli sottratto 1 miliardo di dollari dalla vendita di alcune opere d’arte. Il contenzioso ha visto Bouvier e Rybolovlev scontrarsi in diversi tribunali di diverse parti del mondo.

Parallelamente, nel 2016 è stato aperto un caso di violazione della privacy a Monaco, riguardante un’amica comune dei due uomini, la residente monegasca Tania Rappo. Quest’ultima ha sporto denuncia dopo che l’avvocato dell’ imprenditore russo, Tetiana Bersheda, ha registrato una conversazione privata durante una cena con Dmitri Rybolovlev e Tania Rappo, al fine di dimostrare che questa era complice di Yves Bouvier. Nel 2017, la Bersheda, di sua iniziativa, ha consegnato il telefono contenente la registrazione alla Sûreté publique di Monaco per l’autenticazione.

Il giudice istruttore Édouard Levrault, incaricato del caso, aveva chiesto un esame informatico del telefono. Ma secondo la CEDU, questa procedura andava ben oltre la semplice autenticazione: costituiva “un’indagine approfondita sulla telefonia, senza alcuna reale limitazione in termini di tempo o di portata”. Queste indagini sono state poi utilizzate nel 2018 per accusare Dmitri Rybolovlev e altre personalità influenti di Monaco di corruzione e traffico di influenze.

Un caso messo in discussione dalla CEDU

La CEDU è stata categorica: “il giudice istruttore ha esteso troppo la portata delle sue indagini e le autorità giudiziarie nazionali di controllo non hanno provveduto a ridefinire i limiti della missione degli esperti e la portata delle indagini”.

Sulla scia di questa sentenza, lo scorso ottobre i tribunali federali svizzeri hanno archiviato il procedimento contro Rybolovlev. I giudici monegaschi si trovano ora di fronte a una decisione cruciale: conformarsi alle raccomandazioni europee o continuare un procedimento già criticato per i suoi eccessi? I giudici istruttori, con l’accordo della Procura, hanno deferito la questione alla Camera di Consiglio della Corte d’Appello, chiedendo di trarre le dovute conclusioni dalla sentenza della CEDU.

All’udienza del 5 dicembre, gli avvocati di Dmitri Rybolovlev, Reynaud, Giaccardi e Laffont, hanno chiesto l’annullamento integrale del procedimento. A loro avviso, il loro cliente è stato “accusato ingiustamente”. In un comunicato hanno dichiarato: “La difesa di Dmitri Rybolovlev si aspetta che i tribunali monegaschi traggano a loro volta le conclusioni di questa condanna, annullando il procedimento a suo carico”.

Verso un epilogo giudiziario?

Se la Camera del consiglio convaliderà l’annullamento dell’indagine telefonica, ciò potrebbe porre fine a quasi dieci anni di procedimenti legali. I principali protagonisti, Dmitri Rybolovlev e Yves Bouvier, hanno già raggiunto un accordo confidenziale nel 2023.

La decisione, attesa per il 27 febbraio 2025, potrebbe risultare in un epilogo in linea con le recenti decisioni, ovvero il proscioglimento di Dmitri Rybolovlev nel novembre 2023 per il caso di violazione della privacy, l’assoluzione della Bersheda nel marzo scorso e il rigetto da parte della CEDU del ricorso di Édouard Levrault per il mancato rinnovo del suo incarico di magistrato distaccato a Monaco.

Dopo essere stati contattati, l’ufficio del pubblico ministero e gli avvocati della difesa non hanno ancora risposto.

Scritto da Théo Briand e Niels Linden