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Remon Vos: un magnate della logistica, appassionato di vela e legato a Monaco

Remon Vos via LinkedIn

Tanto riservato quanto influente, il miliardario e appassionato di yachting Remon Vos è alla guida di un impero nel settore della logistica e dell’immobiliare industriale. Membro attivo dello Yacht Club di Monaco, i cui colori porta in alto sui mari di tutto il mondo, l’imprenditore coltiva un legame solido e duraturo con il Principato.

Da lontano, lo si potrebbe quasi scambiare, con le sue impressionanti vele nere, per un uccello marino che vola verso l’orizzonte – forse un cormorano? Tra spruzzi e onde, vira bruscamente, il boma che fende con decisione il ponte, per riprendere meglio la corsa sfrenata sull’acqua, saltando, fendendo le onde, lasciando dietro di sé gli avversari di giornata di diverse lunghezze. A bordo, gli ordini secchi e precisi orchestrano una coreografia millimetrica, riflesso di un balletto marittimo tanto sublime quanto tecnico. In lontananza echeggia il suono di una sirena. La linea d’arrivo è tagliata. In testa. Ancora una volta.

Black Jack 100 © Rolex / Carlo Borlenghi su YCM

Black Jack 100 è il nome di questo monoscocca da 100 piedi (oltre 30 metri di lunghezza) che colleziona trofei: record di velocità al Gotland Runt, nel Mar Baltico, lo scorso luglio; vittoria, poche settimane dopo, alla 51ª Rolex Fastnet Race, al largo di Cherbourg; primo posto e nuovo record di velocità alla Palermo-Montecarlo nell’agosto 2024 – battendo il suo stesso record stabilito nel 2015; e così via. Ogni vittoria è un trionfo per lo Yacht Club di Monaco (YCM), sotto la cui bandiera naviga il supermaxi. Ogni record è merito dei suoi 29 marinai esperti, dello skipper Tristan Le Brun e del proprietario – nonché timoniere occasionale – Remon Vos.

Una vittoria e un record per Black Jack 100 © YCM

L’Europa dell’Est, nuovo Eldorado per il giovane Remon Vos

Vos non è uno sconosciuto a Monaco. Oltre alle sue imprese in mare, il manager olandese è noto soprattutto per essere cofondatore e CEO di CTP, gruppo leader in Europa centrale e orientale nella logistica e nell’immobiliare industriale. Un colosso costruito da zero, che oggi conta circa 13 milioni di metri quadrati di magazzini e parchi industriali – affittati a società come DHL, Renault o H&M – e dispone di altri 26 milioni di metri quadrati di terreni edificabili in dieci Paesi. Nel 2024, CTP ha registrato un utile netto di 1,1 miliardi di euro e, secondo l’ultimo ranking di Forbes, Remon Vos vanta un patrimonio personale stimato in 7,5 miliardi di dollari.

Un risultato notevole per chi, nato nel 1970 nella cittadina di Stadskanaal, nel nord-est dei Paesi Bassi, è figlio di una madre allora ancora studentessa e di un padre concessionario d’auto. Dopo il divorzio dei genitori, Remon cresce spostandosi di città in città nei Paesi Bassi, sviluppando fin da giovanissimo un innato spirito imprenditoriale: a 12 anni guadagnava già qualche soldo lavando auto e pulendo saloni di parrucchieri. Ma è un viaggio, nel 1991, nella ex Cecoslovacchia, ad essere decisivo. Accompagnato da un amico di famiglia, Johan Brakema, Vos rimane colpito dal ritardo infrastrutturale dei Paesi dell’ex blocco sovietico.

Per Vos è una rivelazione: dopo la caduta dell’URSS e della Cortina di Ferro, l’Europa orientale rappresenta una terra di incredibili opportunità. Con Brakema apre in Repubblica Ceca una piccola impresa di importazione di prodotti olandesi, seguita da una fabbrica di componenti in acciaio. Alla ricerca di un edificio e di un terreno – senza successo – i due decidono allora di «costruire un parco industriale, così che (le loro aziende) potessero essere il primo inquilino e trovare poi altri locatari», ricorda Vos a Forbes. È l’inizio dell’avventura. Nel 1998, con l’arrivo di un terzo socio, Eddy Maas, fondano nella cittadina ceca di Humpolec il loro primo parco industriale, battezzato Central Trade Park (CTP).

“Mai vendere”

«Johan aveva il capitale, Eddy l’intelligenza e io l’energia», racconta Vos a Forbes. «Abbiamo subito pensato: ‘Non ci limiteremo a costruire un solo edificio’», ricorda ancora a The CEO Magazine: «L’idea era realizzare altri edifici nello stesso sito, creando un cluster, un ecosistema di imprese che collaborano. In quanto costruttori, ci saremmo occupati di tutte le infrastrutture, della loro manutenzione e riparazione, lasciando ai locatari la possibilità di concentrarsi sulla loro attività principale». Nasce così il modello CTP.

Remon Vos all’Expo Real / Screenshot via YouTube

I primi anni sono difficili e CTP decolla davvero solo all’inizio degli anni 2000, diventando il principale costruttore della Repubblica Ceca, con 22 parchi logistici nel Paese. È in quel periodo che Vos elabora una delle sue massime, diventata il mantra del gruppo: «Mai vendere», afferma a Forbes, perché «se costruisci un parco, l’obiettivo è continuare a svilupparlo». «Costruiamo per mantenere o possedere», conferma a The CEO Magazine, «non siamo trader, non vendiamo. Non realizziamo edifici isolati, ma solo all’interno di un concept di parco».

Questa filosofia diventa il marchio di fabbrica di Vos, che conquista progressivamente tutta l’Europa orientale, espandendosi in Polonia, Romania, Ungheria, Serbia e oltre. Ovunque operi, applica la stessa strategia: sviluppare rapidamente i progetti anche con tassi di occupazione iniziali del 30-40%; acquistare terreni adiacenti per future espansioni; fidelizzare e diversificare i clienti, l’87% dei quali rinnova i contratti alla scadenza. Una formula che ha consentito a CTP di far crescere i ricavi da locazione di oltre il 16% annuo dal 2019.

CTP è quotata alla Borsa di Amsterdam. Remon Vos e Timo Hielscher / Foto via LinkedIn

Per proseguire la sua espansione, CTP è stata quotata alla Borsa di Amsterdam nel 2021, tre anni dopo che Remon Vos aveva rilevato tutte le quote dei suoi due soci. Con la raccolta di un miliardo di dollari, l’operazione è stata una delle più grandi IPO immobiliari in Europa. Ma un gruppo più grande comporta anche maggiori responsabilità: già nel 2018 CTP ha emesso i suoi primi “green bond” e ha puntato tutto sull’ESG (ambiente, sociale e governance). Non senza difficoltà: «L’ESG è complesso», ha ammesso Vos sulle pagine di The CEO Magazine, «ma ci stiamo impegnando attivamente (…). Crediamo che sia un’opportunità fantastica». Opportunità che l’imprenditore riesce a scorgere in ogni crisi affrontata: il crack finanziario del 2008, il Covid-19, la guerra in Ucraina e più recentemente le tensioni tariffarie tra Europa e Stati Uniti… «Credo fermamente che il cambiamento sia un’opportunità», ha ribadito il miliardario a Forbes.

«Uno spirito, una squadra, un club»: allo YCM, Remon Vos entra nell’élite mondiale della vela

Questo motto, Remon Vos lo fa suo sia sulla terraferma che in mare. È infatti il mare – il Mediterraneo, in questo caso – a fare da trait d’union tra il magnate dell’Europa dell’Est e Monaco. È in mare che l’appassionato di velocità e adrenalina rappresenta il Principato, schierando Black Jack 100 nelle regate più prestigiose e impegnative al mondo: la Palermo-Montecarlo, una delle competizioni più combattute per yacht offshore; la Rolex Fastnet Race, di gran lunga la più grande regata d’altura del pianeta; e molte altre. Varata nel 2005 con il nome di Alpha Roméo II, l’imbarcazione naviga oggi sotto i colori del celebre e rigoroso Yacht Club di Monaco.

E questo “lupo di mare” non è certo un semplice dilettante. Oltre a frequentare i pontili del Port Hercule, Remon Vos prende spesso il timone del suo monoscafo, come nell’edizione del centenario della Fastnet, che ha visto l’equipaggio di Black Jack 100 tagliare per primo il traguardo dopo due giorni, 12 ore, 31 minuti e 21 secondi di battaglia serrata. Un risultato che gli vale un posto nel gotha della vela mondiale – perché entrare allo YCM non è cosa per tutti. La fortuna, qui, non basta: l’adesione è esclusiva, e come spiega il sito ufficiale del club, «chiunque desideri diventare membro dello YCM deve essere presentato da due soci dello YCM». La candidatura viene poi approvata direttamente dal Principe Alberto II.

Remon Vos fa dunque parte di un circolo esclusivo, che conta oltre 2.500 membri e che fu fondato ufficialmente nel 1953 dal Principe Ranieri III. Convinto che «il futuro di Monaco sia rivolto al mare», il Sovrano volle allora fare dello YCM uno dei pilastri dello sviluppo del porto del Principato. Negli anni, le regate e gli eventi si sono moltiplicati, mentre una nuova generazione di velisti è cresciuta all’interno della scuola di vela. Nel 1984, il Principe Alberto II è stato nominato presidente del club, promuovendo in particolare lo yachting tradizionale – con il lancio, dieci anni dopo, della Monaco Classic Week. Nel 2014 è stato inaugurato il nuovo Club House, firmato dal celebre architetto Lord Norman Foster.

Ma lo YCM è più di un club di vela, più di un’opera architettonica, più di un punto di riferimento della vita monegasca. «È un luogo di vita», spiegava sulle nostre pagine nel 2023 Bernard d’Alessandri, segretario generale del club, secondo cui «possiamo misurare il dinamismo del club attraverso i suoi volontari: per ogni regata contiamo tra i 50 e i 100 volontari. (…) Dopo 70 anni, il club resta dinamico, giovane, pieno di speranze, innovazione e progetti». Lo YCM, il cui motto è «uno spirito, una squadra, un club», annovera tra i suoi membri più celebri Pierre Casiraghi, figlio della Principessa Carolina, vincitore con Peter Harrison della Admiral’s Cup 2025; il miliardario cipriota e residente monegasco John Christodoulou; e il velista Boris Herrmann, che ha partecipato alla Vendée Globe con Seaexplorer – Yacht Club de Monaco.

© YCM

Una figura emergente della vita monegasca?

Quando varca le porte dello YCM, Remon Vos è certamente in buona compagnia, anche se lo fa solo quando il suo fitto calendario glielo permette. Dividendo il suo tempo tra l’Europa centrale, i Paesi Bassi e Monaco, il dirigente si definisce un «senza ufficio fisso», costantemente in viaggio d’affari, passando da un jet privato all’altro per concludere nuove trattative e far crescere il suo impero. A Monaco, come a Praga o Amsterdam, bisogna armarsi di pazienza per riuscire a incrociare il miliardario, le cui apparizioni pubbliche sono tanto rare quanto osservate.

Attento a coltivare una rete di altissimo livello tra finanza, immobiliare e sport, Vos incarna meglio di chiunque altro questa nuova generazione di miliardari europei: internazionali, impegnati, lucidi e orientati alla sostenibilità. E se i suoi progetti di investimento o mecenatismo nel Principato sono ancora in via di definizione, Vos è senza dubbio una delle figure emergenti della vita monegasca. Da tenere d’occhio, dunque, sia sulla terraferma che in volo… e naturalmente in mare.