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Alberto I di Monaco, Principe dei mari

Albert 1 Prince des mers
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Amante del mare, Alberto I di Monaco ha scoperto negli oceani la sua ragione di esistere. Prima nella Marina, poi durante le campagne di esplorazione oceanografica a bordo dei suoi yacht.

 

Nato nel 1848, il Principe Alberto I ha mostrato fin da piccolo una passione esclusiva per la navigazione. All’età di 18 anni si arruolò nella Marina Reale spagnola come guardiamarina. Sulla fregata di addestramento Tetuan, poi a bordo della Gerona, il Principe ha attraversato l’Atlantico.

 

Nel 1870, ha combattuto nell’esercito francese contro la Prussia. Per il suo coraggio, gli sono state assegnate le strisce di tenente di una nave straniera e la croce della Legione d’Onore. Nella Marina spagnola fu promosso a capitano di fregata e poi ad ammiraglio di coda.

 

Una vocazione alla “ricerca talassografica”

 

Durante una mostra al Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, il Principe scopre i risultati delle prime esplorazioni britanniche e francesi che dimostrano che la vita marina si estende a più di 4.000 m. Stupito, smise di combattere e si dedicò da allora in poi alla “ricerca talassografica”.

 

Nell’autunno del 1873 comprò la Pleiade, una goletta veloce, che ribattezzò l’Hirondelle.

 

Nel 1885, Alberto I iniziò una serie di campagne di esplorazione del Mediterraneo e dell’Atlantico. Il primo studio riguardava la Corrente del Golfo, questa corrente calda che attraversa l’Atlantico dal Golfo del Messico. Per determinare la sua precisa traiettoria, in punti specifici sono stati fatti cadere oggetti galleggianti di ogni tipo (sfere di rame, botti di quercia, bottiglie di vetro) contenenti un messaggio tradotto in dieci lingue.

 

Alberto I ha poi intrapreso una ricerca zoologica. Il suo obiettivo: esplorare ogni livello delle profondità marine, soprattutto quelle intermedie più popolate dagli animali. Utilizza i cetacei come “collaboratori” nelle sue ricerche (cattura, studio del contenuto dello stomaco degli animali bloccati).

 

Le «prince des mers» Albert 1e de Monaco

Il “Principe dei mari” Alberto I di Monaco. Collezioni del Museo Oceanografico

 

Un principe sovrano che lavora per promuovere l’oceanografia

 

Nel 1889 succede al padre Carlo III come Principe Sovrano di Monaco. Con la crescita delle sue risorse, ha sostituito l’Hirondelle, una nave robusta, ma poco adatta alla ricerca scientifica. Sulla Princesse-Alice, una goletta a tre alberi di 52,60 m, Alberto I si è circondato di specialisti in batteriologia, meteorologia e fisiologia. Nel 1897, la scoperta di una fossa di 5.530 m nell’Atlantico (chiamata “fossa di Monaco”) segnò l’ultima campagna della goletta.

 

La conquista dei poli è all’ordine del giorno, il Principe si è messo alla conquista dell’Artico e di Spitzberg su una goletta a due alberi, la Princesse-Alice II. A 80°1 di latitudine nord, effettuò numerose operazioni di dragaggio per comprendere meglio la fauna marina di questo ambiente estremo, seguite da rilievi topografici e idrografici durante la campagna estiva del 1899. Qualche ettaro di neve davanti alle isole di Amsterdam e ai danesi si chiamerà “Terre Albert 1er”.

 

Nel 1901, il Principe sognava di creare un servizio meteorologico internazionale nelle Azzorre. Cosa fatta nel 1905: quasi 400 stazioni intorno a Madeira, alle Azzorre e nel Mar dei Sargassi, permettono di studiare i climi e i venti per mezzo di palloni stratosferici inviati fino a 16.000 m di altitudine. Produce anche una mappa batimetrica generale degli oceani.

 

Per far conoscere l’oceanografia al grande pubblico, il 14 aprile 1906 fonda l’Istituto Oceanografico di Parigi e crea il Museo Oceanografico di Monaco, inaugurato il 29 marzo 1910.

 

Instancabile apostolo del sapere, il Principe realizzò 28 campagne dal 1886 al 1915, quasi 4.000 operazioni di ogni tipo (dragaggio, scandaglio, pesca a strascico). Non ha mai smesso di migliorare le sue tecniche e i suoi metodi e di testare nuove attrezzature. Diceva di “coltivare la scienza perché diffonde la luce e la luce genera giustizia“. Morì il 26 giugno 1922.

 

Nadège Delalieu