Pubblicità »
Pubblicità »
Notizia

Lotta alla plastica: la sfida per i nostri oceani

applicazione I Clean My Sea permette
Brian Yurasits / Unsplash

Il 7° continente non smette di espandersi nell’Oceano Pacifico, costituito solo di rifiuti in plastica, rappresenta una massa di 80.000 tonnellate. Numerosi paesi stanno attuando delle leggi per ridurre l’inquinamento che rappresenta attualmente il 73% dei rifiuti sulle spiagge. A questo ritmo folle, si prevede che nel 2050 tutte le specie di uccelli marini si nutriranno solo di plastica.

Pubblicità

Il 9 giugno 2018 a Charlevoix, in Canada, cinque paesi del G7 si sono riuniti per emanare la Carta sulla plastica negli oceani. L’obiettivo è di mostrare il loro impegno nell’adottare misure concrete e ambiziose per affrontare il problema. Altri paesi si sono uniti in questa causa, tra cui Monaco. Gli Stati firmatari si impegnano a riciclare e riutilizzare almeno il 55% degli imballaggi in plastica entro il 2030. Numerosi partner mondiali e regionali si sono inoltre impegnati a rivalutare i loro metodi di produzione al fine di ridurre il consumo e i rifiuti che continuano a danneggiare i nostri oceani. Attualmente, la plastica detiene il 3°posto del materiale più prodotto dall’essere umano dopo il cemento e l’acciaio. Si contano almeno 20 tonnellate di rifiuti in plastica riversati ogni minuto nei nostri oceani. È stata avviata una corsa contro il tempo per rimediare agli errori del passato. Inoltre, nel 2021 a Kunming in Cina, si svolgerà la 15° riunione degli Stati membri della Convenzione dell’ONU sulla biodiversità (COP15). Una riunione attesa che permetterà di fare il bilancio delle misure adottate dagli Stati firmatari per proteggere l’ambiente.

 

Niente più plastica e diamo il benvenuto al riutilizzabile

Dal 1 gennaio 2020, il Principato di Monaco adotta misure drastiche per combattere l’utilizzo della plastica.  Dopo aver attuato il divieto delle buste di plastica monouso nel 2016 e delle cannucce di plastica nel gennaio 2019, è tempo di riciclare i cotton-fioc, i bicchieri e le posate di plastica. Un nuovo modo di lavorare che permette di ridurre il consumo di plastica monouso promuovendo una maggiore riutilizzabilità della plastica. Sostituire i piatti di plastica con piatti di legno, sorseggiare una bevanda con una cannuccia di pasta o ancora usare un panno di cera d’api come filo di plastica sta diventando sempre più comune nella nostra vita. La plastica monouso lascia il posto a delle belle alternative che potrebbero farci dimenticare del suo utilizzo. È più ecologico e anche più economico riutilizzare i propri prodotti piuttosto che acquistarne di nuovi. Inoltre, la confezione di alcuni prodotti dovrebbe seguire l’esempio: barattoli di detersivo, shampoo, tubi di crema o vasetti di yogurt potrebbero abbandonare l’imballaggio in plastica per il cartone. Anche alcuni di essi potrebbero diventare riciclabili, ricaricabili e compostabili entro il 2050. Numerosi specialisti di imballaggio attualmente esaminano la questione per trovare il materiale più adatto.

È possibile riciclare gli imballaggi?

In alcuni paesi c’è anche un’attenzione particolare al riciclaggio della plastica. In Canada, il tasso di riciclaggio delle bottiglie di plastica è pari al 75%. Inoltre, i negozi canadesi (minimarket) e supermercati propongono il recupero di bottiglie di vetro, di plastica e di metallo affinché queste ultime possano essere riutilizzate. L’attuale governo del Québec sta pianificando di espandere il sistema di deposito per includere i contenitori di cartone entro il 2022. Questa nuova pratica potrebbe consegnare più di quattro miliardi di contenitori l’anno, secondo il Québec. Per tutti coloro che desiderano disfarsi di alcuni prodotti, materie e materiali senza il rischio di inquinare l’ambiente. Eco-centri, noti anche come “parchi di recupero”, sono disponibili per i canadesi recuperando questi prodotti al fine di riciclarli, riutilizzarli o meglio ancora valorizzarli. Un’azione che porta i suoi frutti, poiché poco più dell’80% delle materie portate negli eco-centri possono essere valorizzate. Nel caso in cui le materie non possano essere riciclate, la città si assicura di disfarsene in modo sano e responsabile per l’ambiente, un posto importante per un paese che possiede un quarto delle risorse di acqua dolce del pianeta.

Rimbocchiamoci le maniche!

Grazie alla partecipazione e all’impegno dei cittadini, vediamo nascere delle belle iniziative per combattere il consumo della plastica. È il caso di Sébastien Uscher, dipendente di uno dei più grandi negozi di articoli sportivi di Monaco, che ha raccolto la sfida di convincere il suo direttore di non vendere più bottiglie di plastica (circa 6000 bottiglie vendute ogni anno). Un progetto che si è concretizzato sostituendo le bottiglie di plastica con fontane ad acqua filtrata self-service. Un’alternativa ecologica e sostenibile che potrebbe stimolare le altre aziende.

Al di là delle iniziative dei cittadini, numerose associazioni si stanno lanciando nella battaglia contro la plastica. Beyond Plastic Med è il frutto di una collaborazione tra la Fondazione Principe Alberto II di Monaco, la Fondazione Tara Ocean, Surfrider Foundation Europe e la Fondazione Mava. La sua missione è di fornire informazioni sullo stato di salute del grande blu, sostenere le soluzioni innovative o civili e influenzare le decisioni politiche e legislative volte a fermare l’inquinamento da plastica. La Fondazione offre anche a ognuno la possibilità di essere coinvolti attraverso la richiesta di progetti e micro-iniziative sovvenzionati.

Alcune organizzazioni a scopo non lucrativo, tra cui Ocean Cleanup (pulizia dell’oceano), si sono rivolte alle nuove tecnologie, attuando un sistema di pulizia recuperando i rifiuti nell’Oceano. Il suo obiettivo è di svuotare entro cinque anni il vortice di rifiuti del Pacifico settentrionale situato tra la California e le Hawaii, la cui grandezza sarebbe tre volte la Francia.

È anche vero che il cammino è ancora lungo prima che si riesca ad eliminare definitivamente la plastica dalla nostra vita quotidiana, ma grazie alla volontà di tutti e alle diverse alternative possibili potremmo essere sorpresi che l’adozione di diverse azioni ecologiche possa salvare numerose specie animali e vegetali.