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Intervista

AMPN: prendiamoci cura delle aree marine protette di Monaco

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Olivier Jude e Sylvie Laurent

L’Associazione monegasca per la tutela della natura si impegna da quasi 50 anni a preservare le aree marine protette del Larvotto e di Spélugues.

Questo mese l’articolo della nostra serie dedicata alle associazioni del Principato e della Costa Azzurra è dedicato all’Associazione monegasca per la tutela della natura (AMPN), fondata nel 1975.

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L’associazione deve la sua esistenza al Principe Ranieri III. Quest’ultimo, infatti, 50 anni fa volle tutelare una parte del litorale del Principato e affidò l’incarico a un gruppo di volontari. Nacque così nel 1976 la riserva sottomarina – oggi area marina protetta (AMP) – del Larvotto, seguita nel 1986 da quella di Spélugues, all’uscita del porto Ercole.

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Eugène Debernardi, primo Presidente dell’AMPN – Foto d’archivio

Jacqueline Gautier-Debernardi, Direttrice dell’AMPN, fa parte di questo mondo sin dall’infanzia: a quei tempi il Presidente dell’associazione era suo padre, Eugène Debernardi. Dal 2013 Jacqueline è alla guida dell’associazione con la quale porta avanti numerose iniziative.

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Jacqueline Gautier-Debernardi – © Jean-Pierre Debernardi

In quanto gestore ufficiale delle due aree marine protette dal 2018, l’AMPN opera in stretta collaborazione con il Governo del Principe, in particolare con il Dipartimento dell’Ambiente e con la Fondazione Principe Alberto II.

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“Sostengono le nostre azioni e contribuiscono a finanziare i nostri programmi”, spiega Jacqueline. “Collaboriamo anche con il Dipartimento di Polizia Marittima e Aeroportuale, il Dipartimento di Affari marittimi, il Centro scientifico, l’Istituto oceanografico nonché gli utenti, i subacquei, i pescatori e gli hotel. Il nostro obiettivo è far sì che ciascuno prenda coscienza dell’esistenza di queste aree marine protette e che tutti coloro che con esse hanno un legame diretto o indiretto si impegnino a tutelarle”. Ad esempio, la collaborazione con il Monte-Carlo Bay Hôtel ci permette di portare avanti le iniziative di sensibilizzazione e al contempo di rafforzare la sorveglianza e il monitoraggio delle visite dell’AMP del Larvotto.

Sin dalla sua fondazione l’associazione si impegna principalmente su tre fronti: il patrimonio naturale, la ricerca e lo sviluppo nonché la comunicazione e la sensibilizzazione.

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Monitorare le specie animali e vegetali

Il primo pilastro dell’associazione è il monitoraggio delle specie nelle aree marine protette, in particolare le popolazioni ittiche. “Vogliamo comprendere l’efficacia delle aree marine protette grazie al confronto con quelle non protette. Contiamo tutte le specie ittiche nonché le corvine e le cernie nell’ambito di uno studio dedicato. Monitoriamo anche l’erbario della posidonia (una pianta marina particolarmente importante per l’ecosistema) e sorvegliamo il potenziale arrivo di specie non indigene, poiché alcune potrebbero divenire invasive rischiando di compromettere l’equilibrio della biodiversità”.

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Parallelamente al lavoro di monitoraggio, l’AMPN ha istituito un programma di ricerca sulle barriere coralline artificiali, realizzate con una stampante 3D, su richiesta della Fondazione Principe Alberto II. “L’interesse verso la stampa in 3D è dovuto al fatto che consente di ottenere un livello di complessità molto elevato. Abbiamo realizzato questo programma insieme al Professor Patrice Francour, che è stato Direttore del Laboratorio di ricerca di Nizza – Ecoseas. Egli ha sviluppato un progetto di barriera corallina basato sulle specie bersaglio in cui le diverse cavità sono state progettate in base ai loro habitat preferiti. Abbiamo inoltre collaborato con una dottoranda alla realizzazione di uno strumento di analisi della complessità di una struttura sommersa, poiché sott’acqua la misurazione è più difficile rispetto a terra. La dottoranda si è dedicata inoltre a valutare i materiali utilizzati per la realizzazione delle barriere coralline per evitare il cemento che può essere inquinante. Per le barriere coralline in 3D abbiamo utilizzato la sabbia dolomitica, poiché è più naturale”.

Un’immagine che vale mille parole: Jacqueline ci mostra una piccola riproduzione della barriera corallina in 3D e ci indica, punto dopo punto, quale specie utilizza ciascuna cavità: “Questi sono i buchi per le cernie, mentre quelli sono per il novellame di pesce. Questo invece è per le aragoste e i calamari, quello lì per gronghi e murene, qui abbiamo scorfani e capponi…”.

Sensibilizzare tutte le generazioni

L’ultimo obiettivo ma non meno importante dell’AMPN è quello di sensibilizzare ed educare al rispetto delle aree marine protette. Si tratta di azioni di comunicazione e prevenzione che si concretizzano in convegni, simposi, iniziative di formazione, affissioni pubblicitarie (in particolare sugli autobus del Principato), ma anche tramite interventi nelle scuole per mobilitare le generazioni più giovani. Jacqueline ha inoltre creato un’area marina formativa – “[la sua] creatura” – che si estende dal frangiflutti galleggiante al Museo oceanografico e ospita ogni anno una classe CM2 del Principato. “La classe si impegna a portare avanti un’iniziativa durante tutto l’anno scolastico. Incontriamo gli alunni a scuola e nel sito e li aiutiamo a realizzare il loro progetto”.

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L’area marina formativa – © Patrice Francour

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Ad esempio, gli alunni della scuola di Fontvieille l’anno scorso si sono dedicati al consumo sostenibile e hanno avuto il privilegio di realizzare insieme a Marcel Ravin, chef con due stelle Michelin, un menù sostenibile che è stato poi degustato in presenza del Principe Alberto II. “Il Principe è sempre in prima linea, ci segue e ci sostiene. Abbiamo una possibilità che gli altri Stati non hanno. Il Principe è estremamente partecipe e sensibile verso le nostre iniziative”, aggiunge Jacqueline.

Il progetto per l’anno scolastico 2022/2023 è già stato deciso. Jacqueline mantiene il segreto, ma su una cosa non ha dubbi: si tratterà, ancora una volta, di un’iniziativa davvero straordinaria. “I bambini, nel corso dell’anno, subiscono una vera e propria evoluzione. Acquisiscono informazioni, si appropriano del sito…”, afferma compiaciuta. Si augura di poter assistere, poco per volta, a un’evoluzione della mentalità e dei comportamenti: “Il lavoro da fare è ancora molto soprattutto per quanto riguarda i rifiuti che le persone ancora lasciano in giro. È la cosa che mi infastidisce di più: mantenere pulito il mare non è un compito difficile. In termini assoluti, non dovrebbe essere necessario pulire i fondali marini”.

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© Camille Devissi

Come contribuire?

Per sostenere economicamente le iniziative dell’AMPN, sarà presto possibile effettuare una donazione sul sito dell’associazione. Nel frattempo, Jacqueline è alla ricerca di volontari tramite i social, soprattutto per le operazioni di pulizia a terra e in mare.

Ma la cosa più importante ovviamente è rispettare il mare e le aree marine protette, così rare e preziose, e non gettare i propri rifiuti senza riflettere.

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