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Flavio Briatore: “Chi crea ricchezza sono le aziende, gli investimenti”

Flavio Briatore
Flavio Briatore tramite Instagram

Riportiamo alcune affermazioni dell’imprenditore residente a Monaco durante 2 interviste pubblicate da media italiani.

Flavio Briatore ha recentemente condiviso su Instagram il frutto delle sue riflessioni sulla creazione della ricchezza, formulate durante una videointervista su mediawebchannel.it e in un’intervista su Libero.

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“Non hanno capito che chi crea ricchezza sono le aziende, gli investimenti. Io non ho mai visto un povero creare posti di lavoro. Invece, loro sui ricchi…”, spiega su mediawebchannel.it.

Per illustrare meglio la sua opinione, aggiunge: “Ricco cosa vuol dire? Chi investe! Il ricco non è uno che va in barca ai Caraibi. Da ricco, investi sempre. Continui a investire. Noi siamo partiti con 10 milioni di fatturato, fatturiamo 140 milioni. Abbiamo 1500 dipendenti”.

Punto di vista ribadito e ampliato anche nell’intervista rilasciata a Libero, anch’essa postata sul suo profilo Instagram, intitolata “Io sono nato povero, non li ho criminalizzati”.

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Il titolo è dovuto al fatto che Flavio Briatore ha commentato a lungo le accuse che gli sono state rivolte, di “criminalizzare i poveri”. Anche in questo caso, l’imprenditore si difende dicendo: “È una follia. Io sono l’esempio di una persona nata povera che lavorando si è costruita la sua ricchezza”.

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“Non incentiviamo i ragazzi a lavorare”

L’intervista è stata anche l’opportunità di illustrare anche la sua visione dei sussidi sociali: “Le mie affermazioni non sono accuse infondate ma il risultato di ciò che capita nelle mie aziende. Quando facciamo colloqui di lavoro le prime cose che i ragazzi chiedono sono se hanno i week end liberi, quali sono i giorni off. Vogliono avere più tempo libero. È cambiata la cultura, manca la motivazione.

Credo che in loro oggi ci sia la convinzione di non farcela e quindi pensano che tanto vale stare a casa a far niente ed essere sostenuti dal reddito di cittadinanza. […] Credo che sia doveroso e sacrosanto aiutare gli inabili al lavoro e chi veramente non possiede altri mezzi di sostentamento. Elargire questo sussidio a ragazzi di età compresa fra i venti e i venticinque anni, in un Paese che vive di turismo, nel periodo compreso fra aprile ed ottobre è una follia. Così facendo mettiamo le imprese del settore in ginocchio e non incentiviamo i ragazzi a lavorare”.

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Secondo Flavio Briatore, il problema non si limita a questo. Rispondendo a una domanda sull’uragano che, ad agosto scorso, ha fortemente danneggiato il Twiga, il suo ristorante in Versilia, ha denunciato chi ha gioito per questa catastrofe. “Per un giorno abbiamo fatto felici tante persone. Questo è il modo con cui la gente, divorata dalla sua invidia sociale, il suo rancore, dimostra di non sopportare che a qualcuno le cose possano andare bene. Vorrebbero che andasse male per tutti. Se quell’uragano ce lo avesse distrutto completamente lo stabilimento, sarebbero stati ancora più contenti. Invece grazie ai nostri dipendenti che hanno lavorato trentasei ore no-stop, lo abbiamo rimesso in piedi e la sera dopo lo abbiamo riaperto come se nulla fosse accaduto”.

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