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Un caso di violenza domestica davanti al tribunale penale di Monaco

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Monaco Tribune

La lite è scoppiata quando la donna ha scoperto, per telefono, che il marito la tradiva.

Entrambi si dichiarano vittime di questo caso, discusso nel Tribunale penale di Monaco martedì 25 ottobre. Lei, una donna ucraina di 35 anni, è disoccupata e fa affidamento sui 50.000 euro che riceve ogni mese dal marito, con cui è divorziata da marzo 2020.

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Lui, un investitore più grandi di lei di 10 anni, è membro di una famiglia ricca e a capo di un impero farmaceutico che vale più di un miliardo di euro. Il 27 ottobre 2019, tra i due sarebbe scoppiata una violenta lite in seguito a un sospetto tradimento. La donna ha poi sporto denuncia.

I fatti

Mentre è sul treno in direzione Mosca per fare visita alla famiglia, la ragazza telefona al marito. Questo risponde inavvertitamente mentre è a letto con un’altra donna, e viene così colto in flagrante.

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Così la donna scende dal treno e si precipita a casa loro. Un appartamento di 360 m2 a Monaco in cui la donna vive tuttora. La conversazione tra i due coniugi degenera rapidamente e la moglie graffia il marito e lo colpisce al volto, causandogli due giorni di congedo per cure mediche. Per tutta risposta, il marito, che ora vive in una villa a Cap d’Ail, è sospettato di averla spinta contro un muro per poi averla presa a calci.

La coppia, di nazionalità kittita e nevicana (caraibica), è sposata dal 2013 e ha dato alla luce un figlio di otto anni.

“Ero triste e sconvolta, ma non arrabbiata”, ha risposto la moglie quando il presidente del Tribunale, Jérôme Fougeras Lavergnolle, le ha chiesto in quale stato d’animo si trovasse quando aveva incontrato il marito. Ha aggiunto, tramite il suo interprete, che voleva tornare a casa per recuperare i suoi effetti personali.

Con una calma sorprendente, parla del temperamento dell’uomo con cui ha condiviso quasi dieci anni della sua vita: “Tutta la nostra famiglia ha sofferto a causa sua (…) Beve molto e non è la prima volta che è violento. Credo che la sua prima moglie si sia suicidata a causa del suo disturbo bipolare”, ha dichiarato al banco dei testimoni.

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L’uomo è sembrato inorridito nell’udire simili commenti. Ha tuttavia dichiarato di soffrire di un disturbo bipolare, ma di non essere “un pericolo” né per sé stesso, né per gli altri. “Ho semplicemente la tendenza a essere euforico”, spiega. La sua fedina penale tra l’altro è pulita, così come quella della ragazza.

“La violenza, sia in attacco che in difesa, è inaccettabile”. Per questo motivo il pubblico ministero ha chiesto la stessa pena per entrambi. Si tratterebbe di condannarli a un mese con sospensione della pena oppure di rilasciarli.

Un processo per soldi?

“È un processo per soldi” ha dichiarato l’avvocato del marito in un clima piuttosto teso. “Vuole usare questa causa a suo vantaggio per il divorzio. È stato l’uomo a decidere di divorziare, e a quel punto lei ha sporto denuncia, ma solo mesi dopo! Per il marito hanno testimoniato quattro persone, per lei nessuno”, ha continuato.

A seguito di questo procedimento, al suo cliente è stata negata la residenza monegasca e ha dovuto rinunciare all’incarico diplomatico a cui aspirava. L’avvocato Pierre-Olivier Lambert del foro di Parigi chiede pertanto un risarcimento di 150.000 euro.

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Secondo l’avvocato monegasco di controparte, la famiglia dell’imputato “trasuda denaro”, ed è quindi grazie a queste finanze che avrebbe ottenuto le testimonianze dei collaboratori che lavoravano per lui. “Il bipolarismo combinato con l’alcol può rendere aggressivi”, ha dichiarato, chiedendo quindi che la sua cliente venga rilasciata.

Il caso è stato deliberato e il verdetto sarà annunciato il 22 novembre alle ore 14:00.

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