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Principe Ranieri III: il “Principe costruttore” che ha trasformato Monaco

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Oltre a tutte queste opere tecniche, il Principe Ranieri III ha costruito uno Stato moderno © Sam Levins – Archivi del Palazzo del Principe di Monaco

Domenica 6 aprile ha segnato i 20 anni dalla scomparsa del Principe Ranieri III. Soprannominato il “Principe costruttore”, il Sovrano ha trasformato profondamente il Principato di Monaco durante tutto il suo regno.

Amava il mare, le auto d’epoca e la lavorazione del ferro. Suonava diversi strumenti, recitava a teatro da giovane… Ma oltre a queste passioni, aveva una visione chiara: trasformare Monaco in una città moderna, sostenibile e proiettata verso il futuro.

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Nato il 31 maggio 1923, Ranieri III è stato il primo sovrano del Principato a nascere sul suolo monegasco. Cresciuto sotto l’influenza severa del nonno, il Principe Luigi II, ha ricevuto un’educazione internazionale, tra Francia, Inghilterra e Svizzera, che lo ha portato fin da giovane ad avere un’idea molto rigorosa del ruolo principesco.

Dopo aver iniziato a studiare scienze politiche a Parigi, viene interrotto dalla guerra e nel 1944 si arruola nell’esercito francese per partecipare alla campagna d’Alsazia. Per il suo impegno riceve la Croce di guerra e viene nominato cavaliere della Legion d’Onore.

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Foto del Principe apparsa sulla rivista Club Allemand International, 1974

Nel 1949, a soli 26 anni, sale al trono. Fin dai primi anni, avvia una profonda trasformazione del Principato, sia dal punto di vista territoriale che istituzionale. Ed è proprio questa visione di sviluppo e modernizzazione che gli vale il soprannome di “Principe costruttore”.

“Strappare terreno al mare”

Conscio dei limiti geografici del Principato – nel 1861 Monaco contava appena 145 ettari – il Principe Ranieri III sceglie una strada audace: estendere il territorio costruendo sul mare. Tre grandi progetti rappresentano questa visione:

  • Il quartiere di Portier (1958-1961), con 3,5 ettari guadagnati
  • L’estensione del Larvotto (1961-1968), con altri 5,4 ettari
  • Fontvieille (1966-1973), un’area di 22 ettari creata ex novo

Grazie a questi interventi, la superficie del Principato aumenta del 20%, raggiungendo i 202 ettari nel 2005.

Oltre all’espansione territoriale, il Principe Ranieri III promuove una politica di modernizzazione delle infrastrutture. Negli anni Sessanta, fa interrare la linea ferroviaria che attraversa il Principato e nel 1964 inaugura una nuova stazione. Dal 1971 vengono realizzati nuovi svincoli stradali per agevolare il traffico.

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© Jean-Paul Bascoul

Si moltiplicano anche le strutture pubbliche: l’eliporto (1987), la piattaforma in mare (1991) e un molo galleggiante per accogliere le grandi navi da crociera. Ma anche numerosi centri culturali e sportivi: il Museo di antropologia preistorica (1959), lo stadio nautico Rainier III (1961), l’Auditorium Rainier III (1979), lo stadio Louis II (1985), e il Grimaldi Forum (2000).

A tutti i suoi progetti, il sovrano imponeva un orientamento ben preciso: la crescita urbana non doveva compromettere la qualità della vita. Per questo, accanto agli edifici, promuove la creazione di parchi, giardini, piazze e una grande roseto. Ogni costruzione doveva inserirsi armoniosamente nel paesaggio urbano.

Una visione per il XXI secolo

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La Famiglia Sovrana in Place du Palais © DR / Archivi del Palazzo del Principe di Monaco

Nel 1974, in un articolo pubblicato sulla rivista del Club Allemand International, il Principe Ranieri III descrive la Monaco del futuro, immaginando il Principato nel 2000: una città rinnovata, con un centro congressi moderno, nuove scuole e ospedali, alloggi sociali, infrastrutture tecniche all’avanguardia e un perfetto equilibrio tra sviluppo economico e tutela dell’ambiente. Aggiunge anche che la Rocca sarebbe stata preservata come simbolo dell’identità nazionale.

Ma l’opera del “Principe costruttore” va ben oltre l’urbanistica: rilancia la Société des Bains de Mer e ristruttura il Casinò e gli storici hotel monegaschi. È anche un grande promotore della cultura, delle arti, del circo, e difende con passione la lingua monegasca.

Sul piano diplomatico, crea una rete di ambasciate, rafforza l’indipendenza costituzionale del Principato e mantiene saldi i rapporti con la Francia, anche nei momenti più delicati come la crisi franco-monegasca del 1962.