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Inchiesta

Monaco, il primo paese con il 5G. Il bilancio dopo un anno tra opportunità e timori

5G-Monaco
DR

C’è chi è favorevole, e crede che questa tecnologia rivoluzionerà la nostra vita, e chi invece si oppone. Visto che a Monaco il 5G sembra essere già parte integrante della vita dei suoi abitanti, abbiamo deciso di dare un’occhiata al futuro. Quali sono i suoi impieghi nel nostro quotidiano? Come funziona? È veramente efficacie? Ma soprattutto, è nocivo? Scopriamolo insieme.

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Il suo lancio non passa di certo inosservato. A Nizza, i cartelloni pubblicitari che annunciano l’arrivo della rete rivoluzionaria sono d’dappertutto. Un’implementazione che suscita domande legittime, tra preoccupazione, voci di corridoio e disinformazione. Ma se in Francia il dibattito infuria da diversi anni, a 20km dalla capitale della Costa Azzurra, il futuro è già arrivato.

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Ebbene sì, da luglio 2019, la città-stato con i suoi 2,6 kmè il primo e solo paese al mondo a essere interamente coperto dal 5G. Una risorsa straordinaria per il Principato, che punta tutto sulla tecnologia per attirare le start-up.

Maggiore attrattiva per le imprese

Blockchain, cloud sovrano, Extended Monaco… i progetti all’avanguardia per diffondere le ultime tecnologie si moltiplicano, rendendo il Principato una vera attrattiva per le aziende. Sylvain Ordureau, presidente della società Vizua, una piattaforma di condivisione di immagini 3D, è uno degli imprenditori che ha scelto la Rocca per sviluppare la sua impresa.

“Al momento, lavoriamo insieme ai pompieri di Monaco su un’applicazione che permetterà di vedere attraverso un edificio direttamente dalla stazione di comando”, spiega l’imprenditore. Un traguardo incredibile. Per non parlare della sua possibile applicazione nel settore della medicina, che consentirà di operare i pazienti a distanza “con una precisione millimetrica, se non addirittura di un micron”.

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Il merito di tutti questi traguardi ritenuti impossibili non è soltanto della rete di nuova generazione ma anche “del dinamismo di Monaco”. Una vera manna dal cielo secondo questo imprenditore, che non esita a paragonare la Rocca alla Silicon Valley. Entrambe sembrerebbero condividere la stessa “volontà di capitalizzare la conoscenza”, oltre a sottolineare “la vicinanza con Nizza e Sophia Antipolis e la possibilità di creare un vero e proprio hub”.

Nessun grosso cambiamento per i cittadini

Se per le imprese, il 5G servirà a “semplificare, migliorare, rendere affidabili e automatizzare i processi di produzione ovunque e soprattutto senza fili”, come sottolinea Martin Péronnet, CEO di Monaco Telecom, tra i privati cittadini, l’utilizzo della rete nella vita di tutti i giorni non sembra essere particolarmente diffuso.

In realtà, dopo la diffusione del 5G, nonostante la promessa di una rete “10 volte più veloce del 4G”, sono ancora pochi gli utenti con uno smartphone compatibile con la nuova tecnologia.

L’abbiamo constatato noi stessi, intervistando circa 30 persone a Port Hercule. Di queste, soltanto una aveva acquistato uno smartphone 5G. Il verdetto? “Le foto arrivano quasi all’istante e i video si caricano in tempi record”. L’effetto wow sicuramente non manca, ma i “cambiamenti non sono rilevanti”.

“Fino a oggi la scelta è stata molto limitata” ammette il direttore generale di Monaco Telecom, che ha riscontrato “un aumento degli utenti da qualche centinaia a circa un migliaio dopo l’uscita dell’iPhone 12 in autunno”.

Le foto arrivano quasi all’istante e i video si caricano in tempi record

Marion, utente con uno smartphone compatibile 5G

Ma i monegaschi si abitueranno presto al 5G? Nonostante solo il 2% di utenti lo utilizzi nel Principato, il CEO di Monaco Telecom non sembra avere alcun dubbio. “Non abbiamo implementato il 5G per avere un ritorno sull’investimento in un anno”, dichiara.

“Quando si lancia una rete, l’ecosistema attorno ci mette un po’ di tempo per aggiornarsi. E l’avventura del 5G è appena cominciata. Il nostro vantaggio, essendo partiti per primi, è quello di poter prendere le distanze e di avere già esperienza con questa nuova tecnologia”. L’installazione, infatti, non è stata di certo una passeggiata.

“Sarà pure uno degli stati più piccoli, ma è anche uno dei più difficili da coprire”, ammette Martin Péronnet. Le ragioni sono diverse, come l’altezza degli immobili, la densità, la posizione fronte mare e la regione montuosa. “Anche con una rete estremamente fitta (+30% rispetto a una capitale come Parigi), coprire Monaco è un vero grattacapo”.

Timori sull’accumulo di onde elettromagnetiche

Antenna 5G a Monaco © Direzione della comunicazione – Michael Alesi

Oggi, 21 antenne 5G che emettono onde di circa 3,5GHz sono state inserite nel paesaggio monegasco a fianco dei sistemi di diffusione precedenti. Queste installazioni, però, hanno creato pareri discordanti, nonostante “il 5G diffuso nel Principato rispetti i vincoli di potenza specificati nell’ordinanza sovrana del 2010”.

Lo scorso 23 ottobre, in una lettera indirizzata al Ministro di Stato Pierre Dartout, la presidentessa dell’associazione 5G Monaco, Héléna Krajewicz, ha voluto fare presente le preoccupazioni diffuse riguardo all’accumulo delle onde.

Il 5G “si aggiunge alle onde esistenti (2G, 3G, 4G, WiFi) già in funzione, aumentando la potenza elettromagnetica complessiva a cui la popolazione viene esposta”. La presidentessa richiede, tra le altre cose, “di sospendere l’emissione delle onde 2G, ormai poco utilizzate, in modo da ridurre il livello di esposizione”.

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Moltissime tecnologie utilizzano ancora il 2G, come i POS o alcuni tapis roulant

Martin Péronnet, Direttore generale di Monaco Telecom

“Non è così semplice” secondo Martin Péronnet, che ricorda ancora i numerosi utilizzi della rete 2G. “Stiamo cercando di gestire la transizione per le persone anziane. Ma non è una cosa che si fa dall’oggi al domani. Moltissime tecnologie utilizzano ancora il 2G, come i POS o alcuni tapis roulant”.

“Se, a tempo debito, dovremo bloccare le vecchie tecnologie, dobbiamo farlo con intelligenza, altrimenti rischiamo la catastrofe”. In ogni caso, ricorda che: “Il 5G, non vuol dire più campi elettromagnetici, ma campi elettromagnetici gestiti meglio. Infatti, queste antenne emettono le onde solo nel momento in cui servono”.

Qual è l’impatto sulla salute?

Eppure, da oltre trent’anni, l’impatto che le onde elettromagnetiche potrebbero avere sulla salute desta non poche preoccupazioni. Possiamo dire, però, che “non è stata riscontrata alcuna prova scientifica sul rischio legato all’utilizzo di onde radio, malgrado l’intensa attività di ricerca e di valutazione del rischio in tutto il mondo”, spiega Anne Perrin, dottoressa in biologia, specializzata nel rischio elettromagnetico ed ex presidentessa dell’Associazione Francese per l’Informazione Scientifica.

Le conclusioni della valutazione dell’ANSES (Agenzia francese per la sicurezza alimentare, dell’ambiente e del lavoro) del 2013 sono la prova che “non sono stati riscontrati effetti sanitari accertati” a parte quelli termici già conosciuti, che si verificano a livelli di esposizione ben più elevati.

Secondo questa specialista e coautrice dell’opera “Campi elettromagnetici, ambiente e salute” pubblicata alla fine del 2018, c’è moltissima disinformazione riguardo al 5G, diffusa soprattutto dai social, oltre a una mancata conoscenza delle onde.

“Chi è che si preoccupa della radio, che, per l’appunto, funziona con delle onde? Il WiFi utilizza le frequenze a 2,4 GHZ e 5GHz, il forno a microonde a 2,45GHz mentre il 5G, almeno quello attuale, non supera i 3,8 GHz. Sono frequenze che conosciamo bene”.

Le onde millimetriche al fulcro del dibattito

È proprio su questo punto che il dibattito si fa più acceso. Se la nuova banda di frequenza assegnata al momento al 5G, dai 3,5 GHz ai 3,8 GHz, sembra essere innocua, non siamo sicuri di poter dire lo stesso del 5G millimetrico che si piazzerà su onde di circa 26 GHz. Una seconda fase che “preoccupa non poco gli abitanti di Monaco”, a giudicare dalla domanda di sospensione inviata dall’associazione Monaco 5G al Ministero di Stato. “Gli effetti nocivi prevedibili di questa frequenza preoccupano gli specialisti”.

L’associazione chiede inoltre “una moratoria sull’implementazione delle onde 5G millimetriche, finché gli studi indipendenti e scientifici non dimostrino la loro sicurezza”.

Più la frequenza aumenta, meno le onde penetrano nel corpo: l’assorbimento infatti si limita alla pelle a partire da circa 6GHz

Anne Perrin, dottoressa in biologia, specialista in rischio elettromagnetico

Anne Perrin, invece, ci rassicura: “Non vaghiamo più in un deserto di conoscenza. Anche se non ci sono al momento dei dati specifici per le onde di questa frequenza, sono stati svolti alcuni studi su delle frequenze ancora più elevate, senza che venissero evidenziati particolari rischi in caso di leggera esposizione”. Ci tiene inoltre a ricordare che “più la frequenza aumenta, meno le onde penetrano nel corpo: l’assorbimento infatti si limita alla pelle a partire da circa 6GHz”.

Non faremo niente che possa rappresentare un qualche rischio per la salute dei monegaschi e dei residenti

Frédéric Genta, delegato interministeriale a capo della transizione digitale

Quando si parla di una possibile data per l’implementazione di questa seconda generazione di 5G, Martin Péronnet si mostra molto cauto. “Questa fase non è imminente”. Un’affermazione condivisa anche dal Governo del principe. “Non ci sono date previste per l’implementazione delle onde millimetriche nel Principato. Ma se gli studi dimostrano che non c’è alcun rischio sanitario, non c’è alcun motivo per fuggire dal progresso. Quel che è certo, è che non faremo niente che possa rappresentare un qualche rischio per la salute dei monegaschi e dei residenti”, assicura Frédéric Genta, delegato interministeriale a capo della transizione digitale.

Normative più severe

Inoltre, per mostrare completa trasparenza e per rispondere alle preoccupazioni sempre crescenti della popolazione sulle emissioni radioelettriche, il Principato ha applicato una delle normative più severe d’Europa.

L’ordinanza n3.020 del 26 novembre 2010 definisce quindi “una soglia di campo elettrico di 6 V/m per l’insieme dello spettro tra 100 kHz e 6 GHz. Un valore limite 4,5 volte più basso rispetto al livello del campo più debole raccomandato dalla commissione Europea, ovvero di 28 V/m”.

Il Segretariato generale del Governo ha quindi incaricato la Direzione delle piattaforme e delle risorse digitali di assicurarsi che queste soglie vengano rispettate. Le misure messe in atto sono consultabili online attraverso un documento interattivo che raccoglie le misure elettromagnetiche.

Dovrebbe essere abbastanza per rassicurare gli abitanti di Monaco, a meno che, come suggerisce Martin Péronnet, “quello che si teme non è il 5G, ma il suo utilizzo”. Una problematica che si inquadra in un dibattito più globale sulle possibili deviazioni dell’Internet of things, un argomento affrontato ampiamente nelle science-fiction. Spetterà a ciascuno di noi, quindi, imparare a utilizzare questa tecnologia e a farne buon uso.

Il documento delle misure elettromagnetiche nel Principato © Governo del principe