Mareterra, l’estensione marittima di Monaco che affascina e divide la stampa internazionale

Per far fronte ai limiti geografici del suo piccolo territorio, la città di Monaco si è lanciata in uno dei progetti urbanistici più ambiziosi della sua storia: Mareterra.
Il quartiere di Mareterra, nuova estensione sul Mediterraneo, amplia la superficie di Monaco di sei ettari. Questo progetto faraonico da 2 miliardi di euro, inaugurato ufficialmente lo scorso 4 dicembre dalla Famiglia Principesca, ha suscitato una notevole copertura mediatica. Scoprite la nostra rassegna stampa internazionale su questa estensione urbana fuori dal comune.
Il quartiere più caro al mondo
Le Parisien presenta Mareterra come un prodigio tecnico ed estetico, ma anche come “il quartiere più caro al mondo”, con un prezzo che supera i 100.000 euro al metro quadro. La testata sottolinea lo stupore provocato dall’architettura firmata Renzo Piano, dai 1.1000 alberi piantati e dai prestigiosi impianti, senza mancare di evidenziare le critiche ecologiche. Il giornale cita un ricercatore che denuncia come “la biodiversità marina è stata massacrata”, nonostante gli sforzi messo in atto dal Governo principesco.
The Financial Times sottolinea anche che “a Mareterra si trovano alcuni degli immobili più costosi al mondo”, con prezzi capaci di raggiungere i 120.000 euro al metro quadro, bel oltre gli standard già elevati di Hong Kong. Il quotidiano insiste sull’esclusività di questo nuovo quartiere monegasco, dove la speculazione è forte e tutti i beni immobiliari sono stati venduti ancor prima dell’inaugurazione ufficiale. Il progetto include 110 appartamenti, 4 villette a schiera e 10 ville, il tutto progettato dal fior fiore dell’architettura internazionale, tra cui Renzo Piano, Tadao Ando e Lord Norman Foster.
Mareterra non si distingue solo per la sua estensione immobiliare, ma anche per il suo design sostenibile. The Financial Times mette in risalto le numerose iniziative ecologiche legate al progetto: pannelli solari, sistemi di recupero delle acque piovane e notevoli sforzi messi in atto per preservare gli ecosistemi marini circostanti durante i lavori. L’articolo sottolinea altresì l’ambizione del progetto di coniugare lusso, architettura e impegno ambientale.
Un prodigio architettonico
The Daily Mail, dal suo canto, evidenzia la natura spettacolare ed elegante di questa estensione. L’articolo menziona ville dal valore di oltre 100 milioni di euro, un porticciolo privato e viste mozzafiato sul Mediterraneo. Prosegue poi su toni più sensazionalisti affermando che Mareterra è “lo sviluppo immobiliare più costoso di sempre”, al confine tra sogno ed esagerazione, destinato alle élite.

Le Point si concentra sui traguardi ambientali e sull’esemplarità tecnologica del cantiere. La testata sottolinea che Mareterra non è solo un quartiere di lusso, ma anche un “modello di costruzione sostenibile in un contesto marino”, menzionando i procedimenti ingegneristici messi in atto e la gestione dell’energia solare. Il settimanale valorizza il modo in cui Monaco “ha affrontato una sfida ambientale inedita” pur preservando la sua appetibilità economica.
Senza pari al mondo
Anche CNN elogia il prodigio ingegneristico del quartiere, evidenziandone le prestazioni energetiche, ovvero l’integrazione di tecnologie sostenibili. Menziona in particolare i pannelli solari capaci di coprire l’80% del fabbisogno in termini di riscaldamento e climatizzazione. L’articolo richiama l’attenzione sugli sforzi messi in atto per limitare l’impatto ambientale del cantiere, soprattutto per quanto riguarda la biodiversità marina. La Tribune, a tal proposito, definisce Mareterra come “l’ultima follia di Monaco”. Il giornale sottolinea l’unicità del progetto, che descrive come “senza pari al mondo”, neppure in Medio Oriente.
La Tribune insiste anche sulla complessità del cantiere, evidenziando la profondità della struttura (che raggiunge i 50 metri) e le numerose limitazioni tecniche, in particolare sismiche, che i team ingegneristici hanno dovuto affrontare. Queste sfide rendono Mareterra un progetto straordinario, dalle dimensioni mai viste prima.
Infine, il quotidiano menziona la possibilità che questa estensione sia “l’ultima”, a causa dei limiti geografici del Principato e delle considerazioni ecologiche che pongono un freno a imprese simili.

Un’estensione controversa
Libération, al contrario, ci offre una lettura critica, parlando di “una nuova estensione immobiliare a Monaco” che si colloca sulla scia della “dubaizzazione del Mediterraneo”. Il giornale considera il progetto come una fuga urbanistica in avanti a scapito dell’ambiente marino, con una biodiversità “irrimediabilmente persa”. La testata si interroga sul modello monegasco che unisce lusso, cemento e green marketing. I vicini italiani del Corriere della Sera parlano invece di una “isola eco dei super ricchi”, mettendo in discussione l’evidente contraddizione tra il discorso ecologico legato al progetto e la sua realtà sociale.
Infine, The Good Life offre il suo punto di vista dipingendo il ritratto di un progetto tanto ambizioso quanto strategico. Per la rivista, Mareterra incarna la volontà più che affermata di Monaco di attirare i grandi patrimoni di tutto il mondo puntando su una forte immagine di destinazione ecologica. Il Principato, scrive, “investe massicciamente sulla sua immagine di destinazione ecologica, sognando di diventare un laboratorio dell’innovazione sostenibile, per ridefinire meglio gli standard dell’extralusso”.
L’articolo mette in luce gli sforzi concreti portati avanti per coniugare prestigio immobiliare e coscienza ecologica. Tra le iniziative maggiormente degne di nota, il delicato posizionamento di 500 metri quadri di praterie di posidonia, realizzato sotto la guida del biologo marino Laurent Ballesta. Un’impresa che, secondo The Good Life, “risponde alle esigenze di comunicazione della Rocca”. Secondo la testata, questa posizione ecosostenibile va ben oltre i confini del marketing, e si iscrive in una strategia a lungo termine, accuratamente studiata per attirare l’attenzione di una clientela internazionale sempre più sensibile ai temi ambientali. Come spiega The Good Life: “Per attirare le persone più facoltose, Monaco investe massicciamente sulla sua immagine di destinazione ecologica”.
Mareterra incarna tutte le aspirazioni del Principato: il rafforzamento della sua influenza su scala globale, il superamento dei limiti geografici di un territorio di piccole dimensioni e l’associazione della sua immagine di lusso ale esigenze di sostenibilità. Se, da una parte, i media elogiano all’unanimità il prodigio tecnico e architettonico del progetto, dall’altra permane un certo scetticismo, in particolare riguardo all’effettiva portata dell’impegno ambientale.