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Il monegasco: semplice dialetto o patrimonio culturale? Ecco le vostre opinioni e i vostri ricordi

langue monégasque
Mairie de Monaco

Il monegasco, reso obbligatorio fino alla terza media, potrebbe tornare in voga nel Principato? Ecco le opinioni dei nostri lettori.

Semplice dialetto o vero patrimonio culturale da preservare? Il monegasco sta facendo un timido ritorno nel Principato. Per Joëlle, una delle nostre lettrici, “è estremamente importante e necessario preservare la lingua monegasca. (…) È la radice del nostro Principato… in qualsiasi Paese, per integrarsi, si studia la lingua locale”. Joëlle capisce molto bene il monegasco e sa cantare l’inno in lingua, ma ammette che saperlo parlare correntemente è più complicato. “Faccio confusione con il dialetto di Dolceacqua… Forse affiggere slogan in monegasco nelle strade intrigherebbe gli abitanti… (…) Viva Münegu!”

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Preferirei che i bambini imparassero piuttosto il russo, il cinese o lo spagnolo

Imparare il monegasco a scuola: si o no?

Giustamente, questo corso introdotto nei programmi scolastici incontra lo scetticismo di alcuni genitori, come Romain: “È importante preservare la cultura di un Paese… Però, tra francese, inglese, monegasco e italiano, devo ammettere che diventa parecchio complicato con i bambini. Certo sono delle spugne, ma non nascondo che preferirei che imparassero il russo, il cinese o lo spagnolo invece che una lingua usata solo nel Principato per l’inno nazionale e basta. Non mi convince che imparino una lingua per poi dimenticarla più avanti.”

Cosa ne pensano invece i professori? Audrey insegna monegasco e, al di là del suo interesse professionale a far sopravvivere questa lingua, ritiene “importante trasmettere u spìritu d’u paise=lo spirito del Paese, la cultura, l’àrima=l’anima, e un passato che ha forgiato la Monaco di oggi, senza scadere nel passatismo. È importante che l’insegnamento del monegasco sia un vettore di integrazione, un legame comune a tutti i bambini che frequentano le scuole del Principato che potranno trasmettere, a loro volta, a coloro che incontreranno in futuro, probabilmente fuori da Monaco, testimoniando così la Monaco autentica.”

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La docente ci racconta anche di quanto sia orgogliosa di vedere gli alunni salutarla in monegasco, o ancor di più, quando riceve messaggi da ex alunni che non praticano più la lingua nella vita quotidiana ma che le scrivono comunque in monegasco.

Ricordo un locale, all’ingresso di Monaco vecchia, dove le persone che giocavano a bocce, o alla pétanque, parlavano in monegasco

Imparare il monegasco per non dimenticare i tempi passati

Un altro vantaggio dell’apprendimento obbligatorio del monegasco è quello di dare l’opportunità alle famiglie di parlarlo a casa. Caterina, una delle nostre lettrici, condivide alcuni ricordi della sua infanzia: “In famiglia si parlava monegasco. L’abate Franzi era un nostro cugino e veniva spesso a casa. È passato tanto tempo e mi ricordo solo alcune espressioni tipiche. Non dovremmo perdere la lingua e le tradizioni.”

I ricordi legati alla lingua superano addirittura i confini del Principato. In particolare, sono i nostri lettori italiani ad avere ricordi speciali, come Piera: “Ricordo un locale, all’ingresso di Monaco vecchia, dove le persone che giocavano a bocce, o alla pétanque, parlavano in monegasco… Facevano un Pan bagnat.”

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Piera ha inoltre condiviso in un commento la foto di una messa celebrata in monegasco:

© Piera Lenzi tramite Facebook

Angelo, dal canto suo, ricorda una visita del principe che gli ha lasciato un’impressione indelebile: “il Principe Ranieri parlava benissimo monegasco, e quando veniva a Sanremo si esprimeva in ligure.”

La lingua sarebbe quindi custode di ricordi? Vetrugno ne sembra assolutamente convinto: “Salvare le lingue locali e i dialetti per non perdere la memoria dei tempi.”

Se anche tu vuoi imparare la lingua e contribuire al patrimonio del Principato, non perderti le lezioni di monegasco offerte ogni mese da Monaco Tribune a partire da novembre! Ciau!

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