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Analisi

L’impatto del Covid-19 sull’industria della moda: tra brand emergenti in difficoltà e fashion week virtuali

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L’industria della moda si prepara ad affrontare un altro anno di incertezze. Dalle settimane della moda cancellate agli show virtuali, il futuro del settore nel 2021 resta piuttosto incerto.

“Voglio essere sincero, il 2020 è stato un anno complicato”, afferma Arthur Lahitte, giovane imprenditore e fondatore di Bob Carlton, un marchio di articoli in pelle di lusso con sede in Costa Azzurra. I suoi affari sono stati completamente stravolti dal Covid-19 e Lahitte ha visto andare in fumo collaborazioni con importanti brand e hotel di lusso. A questo, si è aggiunto anche il calo del fatturato dovuto all’assenza di clienti stranieri e del loro alto potere d’acquisto. La situazione economica attuale non ha certo risparmiato il brand emergente.

La moda di lusso riuscirà a rialzarsi in piedi?

Bob Carlton è nata nel 2018 e, da allora, Arthur Lahitte ha dovuto superare diversi ostacoli. Prima i gilet gialli con le loro manifestazioni seguite dagli scioperi, e poi, ciliegina sulla torta, la pandemia da coronavirus. “All’inizio del 2020, gli affari sono iniziati a diventare instabili, e all’improvviso era praticamente impossibile raggiungere un pubblico, figuriamoci dei potenziali clienti. È questa la parte più difficile. Non stiamo realizzando niente. Resto ottimista per il prossimo anno, ma mi aspetto sei mesi complicati”.

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Arthur Lahitte parla del suo futuro personale e di quello della moda di lusso con sicurezza. “È un settore solido. Il mondo della moda di lusso si è sempre ripreso dopo crisi importanti”. Lahitte riesce comunque a vedere la luce alla fine del tunnel, con diversi progetti che iniziano a prendere forma. Per il 2021, infatti, è prevista una collezione Bob Carlton prêt-à-porter, oltre che una nuova apertura a Monaco.

Dalle settimane della moda virtuali…

Federica Nardoni Spinetta, designer e presidente della Camera della Moda di Monaco, avrà a disposizione solo sei mesi per organizzare la Monte Carlo Fashion Week, prevista per maggio. L’edizione 2020 è stata completamente virtuale e anche per il 2021 non mancano le incertezze sull’organizzazione.

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“Dovremmo organizzarla in presenza, ma d’altronde…” Il silenzio della designer parla da solo. Prevista una settimana prima del Gran Premio di Formula 1 di Monte Carlo, la settimana della moda è diventata un evento saliente della vita sociale del Principato. All’edizione del 2019, pre-coronavirus, hanno partecipato circa quaranta brand di quindici paesi diversi.

…a una rivoluzione “green”?

Nel 2020, i partecipanti alla fashion week digitale, subito dopo il primo lockdown, sono stati quarantadue. È stata un vero successo, anche se come afferma Federica Nardoni Spinetta, “non c’è paragone” tra uno show dal vivo e uno virtuale. La Fashion Week di Monaco è stata uno dei primi eventi post-lockdown a optare per il digitale: “Il nostro obiettivo era quello di adattarci alla situazione, e ci ha permesso anche di essere più sostenibili”.

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Nonostante le difficoltà economiche, il 2020 potrebbe rappresentare l’unica possibilità per l’industria della moda di abbracciare una “green revolution” e puntare alla sostenibilità. La designer italiana, che vive a Monaco da 25 anni, afferma: “Ci siamo dovuti fermare, questo è certo. Ora dobbiamo concentrarci sulla ripartenza, ripensare la nostra strategia, imparare a vivere in modo diverso, con nuove priorità. Oggi la sostenibilità è una delle problematiche principali”.  Ma per far sì che la moda diventi davvero sostenibile, l’utilizzo della tecnologia sarà fondamentale. Traduzione a cura di Valentina Alia